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IL BELVEDERE DI GOETHE
“…in seno alla natura qui credetti solitario rinascere alla vita”
Alle sette del mattino il preticello che doveva guidarli nella valle dei templi era già in strada: Goethe e il suo compagno di viaggio, il pittore Cristoph H. Kneip, gli dissero di scortarli, invece, fino al punto più panoramico della città.
L’omettino, di buon grado, li portò su, per un’erta che saliva per alcuni chilometri in un intrico di piante e di alberi. L’avanzata sul sentiero appena segnato era disagevole e, malgrado l’impaccio del materiale da disegno, i due viaggiatori si accorsero della fatica soltanto in cima, perché la guida, simpaticamente ciarliera, andava illustrando l’interessante storia dell’antica Akragas.
La fatica, però, cedette subito il posto alla sorpresa dell’incomparabile visione dei templi dorici e dell’azzurro mare africano visti dall’alto. Il pittore, estasiato, si dispose subito a disegnare, mentre Goethe si appartò sotto un albero ombroso con il suo diario, cominciando ad annotare i pensieri, che, tumultuosi, gli si affacciavano alla mente:
Sì, l’Italia senza la Sicilia, e la Sicilia senza Agrigento non avrebbero potuto lasciare alcuna immagine nell’anima di un viaggiatore, perché era proprio lì la chiave di tutto.
(Racconto di Ubaldo Riccobono, tutti i diritti riservati)
Dei grandi viaggiatori passati da Agrigento, il grande Goethe ha esercitato sulla mia mente un fascino particolare, per la genialità e, per certi versi, per la la contraddittorietà della sua opera: romantico, classicista, razionalista e illuminista, non simpatizzò con lo spirito democratico (forse per ragioni politiche?) e rimase ancorato allo spirito borghese del tempo. Non v’è dubbio però che la sua opera abbia carattere enciclopedico, avendo coltivato tutti i campi dello scibile umano. Io l’ho immaginato nel mio bozzetto così, in un momento di meditazione davanti alla bellezza della natura e alla visione del mondo classico, di fronte alla quale si rimane abbagliati, come il grande scrittore tedesco stesso disse:
"io cerco, e sono come cieco e smarrito".
APPELLO PER LA VALLE DEI TEMPLI
La Valle dei Templi è Patrimonio dell’Umanità; la Casa Natale di Pirandello e il parco del Caos sono un’oasi di bellezza incommensurabile. Goethe e Pirandello sarebbero stati i primi sottoscrittori di un appello per salvaguardarli.
Volentieri riportiamo l’invito del comitato “Salviamo la Valle dei Templi”
Spero che l’appello che abbiamo inviato a Giorgio Napolitano e ad altre autorità nazionali ed europee servà a scuotere le coscienze contro quella che sarebbe una verogogna tutta italiana agli occhi del mondo della cultura. Costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a distanza di 1 km. dalla Valle dei Templi significherebbe profanare la sacralità dei luoghi oltre che vanifacare quel processo di sviluppo economico della provincia di Agrigento basato sul turismo culturale che con tanta fatica è stato costruito in questi anni. L’anno scorso i visitatori della valle sono stati 700mila con un incasso di 3 milioni di euro di soli biglietti d’ingresso nel parco archeologico. E questo flusso è stimato in aumento. Se si dovesse realizzare la sciagurata ipotesi di costruire il rigassificatore vedremmo sparire di colpo tutti i turisti da Agrigento e provincia. E’ ancora possibile aderire all’appello, facendo una mail di adesione direttamente al seguente indirizzo di posta elettronica:
tanogaziano@yahoo.it
Sarà mia cura inviarvi il testo dell’appello in modo che possiate aderire
Gaetano Gaziano
Comitato Cittadino "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento"
tel. 0922 28568
Oh il conforto, l’inesprimibile conforto di sentirsi sicuro con una persona: di non avere né da pensare i pensieri, né da misurare le parole, ma solo da elargirli. proprio come sono pula e grano insieme, sapendo che una mano fedele li prenderà e setaccerà, terrà quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza, soffierà via il resto.
~ Mary Ann Evans (George Eliot)
Fatima
la mano dell’uomo e dei politici è sacrilega, ma dove sono gli ambientalisti, gli ecologisti, gli intellettuali? Dovrebbero essere loro per primi a marciare per questi problemi. Salviamo anche la foresta amazzonica, facciamo qualcosa per la siccità. Svegliamoci
Ubaldo Riccobono, nel suo gustoso e colto racconto “Il Belvedere di Goethe”, sottolinea un principio che dovrebbe essere universale e cioé che la contemplazione della bellezza classica sconfiggerà l’ottusità del mondo, salvando l’umanità. Dico “dovrebbe” perché, oggi, questa affermazione sembra essere tradita dai nuovi barbari (leggasi amministratori dell’ENEL) che progettano di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a Porto Empedocle sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi.
Ma dove sono gli intellettuali siciliani? Dov’è Andrea Camilleri? Perché non scrive un giallo in cui il commissario Montalbano indaga per scoprire i delinquenti che hanno ideato questo piano criminoso di aggressione alla Valle dei Templi?
Camilleri se ci sei batti un colpo…
Anonimo Girgentano
Ciao, sto leggendo qualcosa nel tuo blog, è molto interessante…continuo a leggere, serena notte e ottima domenica
Spero che da Camilleri a tutti i nostri artisti corregionali nativi in questa terra di arte e cultura, danno la loro voce per farsi sentire per salvare la valle dei templi.
Un caro saluto e buona domenica da pulvigiu.
Il mio blog ufficiale: http://blog.alice.it/pulvigiu
Il mio sito: http://www.pulvigiu.net
E’ inconcepibile questa faccenda del rigassificatore! adesso mi faccio un giro tra i siciliani doc. un saluto a te Ubaldo e a tutti i viaggiatori.
A tutti
ringraziamenti per l’amicizia che dimostrate al vero, al buono e al bello con questi versi di Thomas Stearn Eliot:
Eppure nulla è impossibile, nulla,
agli uomini di fede e convinzione.
Rendiamo quindi perfetta la nostra volontà