VIAGGIO NELLA TERRA DEL GATTOPARDO
“La preferita era S. Margherita Belice nella quale si passavano lunghi mesi anche d’inverno… proprio nella piazza ombreggiata, si estendeva per una estensione immensa e contava fra grandi e piccole trecento stanze.” (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Ricordi d’infanzia)
“…ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone. Poiché era così si capirà facilmente come la vita a S.Margherita fosse l’ideale per me. Nella vastità ornata della casa (12 persone in 300 stanze) mi aggiravo come in un bosco incantato…” (Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Ricordi d’infanzia)”
LA CASA
“Fu a Santa Margherita che alla tenera età di otto anni mi venne insegnato a leggere”
IL PARCOL’ultimo e il maggiore dei tre cortili della casa di S. Margherita era “il cortile delle palme” piantato tutto in giro da altissime palme cariche di quella stagione di grappoli non fecondati di datteri
L’ingresso dal cortile
Erano delle scalinate brevi ma nel cui spazio l’architetto barocco aveva trovato modo di dar sfogo a un estro indiavolato, alternando gradini alti e bassi, contorcendo le fughette nei modi più inaspettati, creando pianerottoli superflui con nicchie e panche, in modo da creare su tanta piccola altezza un sistema di possibilità di confluenze e defluenze, brusche ripugnanze e affettuosi incontri che conferiva alla scalinata l’atmosfera di una lite di innamorati.
Il giardino
Il giardino, come tanti altri in Sicilia, era disegnato su un piano più basso della casa, credo affinchè potesse usufruire di una sorgente che lì sgorgava… Era tutto piantato a lecci ed araucarie, con i viali bordati di siepi di mortella e nel furore dell’estate quando la sorgente scemava il suo gettito era un paradiso di profumi riarsi di origano e nepitella, come lo sono tanti giardini della Sicilia che sembrano fatti più per il godimento del naso che dell’occhio.
Rallegrava con i suoi zampilli la vasta fontana nel centro della quale su un isolotto di rovine artificiali, la dea Abbondanza, chiomata e discinta, versava torrenti d’acqua nel bacino profondo…una balaustrata lo cingeva, sormontata qua e là da Tritoni e Nereidi.
La chiesaLa chiesa stessa era grande e bella, ricordo, in stile Impero con grandi brutti affreschi incastonati fra gli stucchi bianchi del soffitto, così come sono nella chiesa dell’Olivella a Palermo, alla quale somiglia in più piccolo.
Il teatro Era questo un vero e proprio teatro, con due file di 12 palchi ciascuna, più un loggione e si capisce, la platea… La sala era illuminata da lampade a petrolio dorato posate su bracci che sporgevano sotto la prima fila di palchi. Ogni tanto giungeva una compagnia di comici…Vi era recita ogni sera: e il repertorio era vastissimo…
Il Parco Letterario Tomasi di Lampedusa
Con l’auspicio della Comunità Europea il 29 ottobre del ‘2000 è nato il Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa di Santa Margherita Belice (Agrigento), tutto da visitare e da fruire, alla ricerca soprattutto della mitica “Donnafugata”, che ne Il Gattopardo s’identifica con Santa Margherita e i suoi luoghi e, in particolar modo, con il Palazzo Filangeri Cutò, la casa materna avita, che fu un punto di riferimento cruciale per la formazione dello scrittore e per la sua ispirazione. Un viaggio sentimentale che arricchisce e che offre l’occasione di visitare i luoghi del terremoto del Belice del 1968, quando numerosi paesi del triangolo agrigentino-trapanese-palermitano ebbero gravissimi danni e migliaia di vittime. Nella chiesa privata del palazzo Filangeri Cutò, appartenente a Tomasi di Lampedusa, gravemente danneggiata e ora ricostruita, è stato creato il Museo della Memoria, in ricordo del sisma, i cui segni peraltro si vedono ancora (vedi sotto), pur essendo passati quasi quarant’anni.
Anche la mano dell’uomo ha deturpato un paesaggio che doveva rimanere incontaminato.
Cere, manoscritti e costumi
All’interno del Palazzo del Gattopardo vi è un piccolo museo, dove sono esposte le lettere, gli appunti, la documentazione e le foto d’epoca dello scrittore, il manoscritto e il dattiloscritto del romanzo, costumi. E’altresì possibile ascoltare la voce di Giuseppe Tomasi, unico audio esistente. Inoltre in una sala attigua vi è un piccolo museo delle cere dei personaggi principali de Il Gattopardo, che possono essere ammirate mentre le pagine del Gattopardo rivivono con dialoghi, musiche e narrazioni ed effetti di luci.
Donnafugata
Fu Tomasi di Lampedusa a coniare il nome di Donnafugata ne Il Gattopardo, da un episodio storico legato al palazzo di famiglia Filangeri Cutò di Santa Margherita Belice. Il nome significa letteralmente “donna in fuga”, in riferimento alla regina asburgica Maria Carolina, consorte di Ferdinando IV di Borbone, che a seguito dell’ingresso in Napoli delle truppe di Gioacchino Murat, ai primi dell’ ‘800, fuggì in Sicilia, rifugiandosi nel Palazzo Filangeri-Cutò di Santa Margherita Belice. Paese e palazzo nel romanzo s’identificarono con Donnafugata. Nel 1983 la famiglia Rallo di Marsala, per valorizzare un territorio ricco di tradizioni vito-vinicole, ha creato nella vicina Contessa Entellina, citata nei libri di Tomasi di Lampedusa, – riserva naturale boschiva e montana, sulla cui sommità c’è la bellissima abbazia di Santa Maria del Bosco (vedi ultima foto ) – una casa vinicola rinomata e che ha lanciato anche l’interessante progetto della “vendemmia notturna”, per fare aumentare il valore aromatico delle uve e rendere meno gravoso il lavoro dei vendemmiatori. La casa vinicola s’intesta diversi progetti culturali, tra cui il premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Contenitori di mosto refrigerati
Contessa Entellina, Chiostro di Santa Maria del Bosco (mt.800)
(Ubaldo Riccobono, tutti i diritti riservati)
Vado a Praga e Budapest, arrivederci a settembre
flash6155 ha detto:
Uby scatenatissimo… Un altro post?
Bellissime le foto e le didascalie.
Vedo che il Gattopardo ritorna…
Hai allineato gli sconvolgimenti naturali a quelli dovuti alla mano dell’uomo. Eppure, altrove, chi è abituato a vedere sismi e cambiamenti ha più rispetto per la Natura, li vede come momenti di rigenerazione e li affronta con un altro spirito, consapevole di far parte integrante della Natura stessa.
Un salutone,
Rosalba.
(P.S.: questa volta sono riuscita ad essere breve)
flash6155 ha detto:
Dimenticavo… ho conosciuto le caratteristiche organolettiche del Donnafugata: ottime… e i suoi effetti pure.
Rosalba
flash6155 ha detto:
Ah, ma il 29 ottobre, oltre che l’anniversario del Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa di Santa Margherita Belice, è anche il giorno del tuo compleanno…! Mi ricorderò.
Rosalba
atima ha detto:
Che meraviglia!!
Che bell viaggio mi hai fatto fare.
Grazie Ubaldo.
Buona settimana.
Buona vacanza ancora.
Fatima
ubaldoriccobono ha detto:
Tre messaggi in uno: è la perfezione Rosalba. In gita con i Lions mi ha colpito questo grande contrasto tra cose bellissime e autentici sconci. Quello scheletro di palazzo è rimasto tale, un bel risultato, però chi si preoccupa di demolirlo? C’è molta improvvisazione, ma il difetto sta nella classe dirigente. Ho fatto anche la degustazione dei vini Donnafugata, una delizia. Tu ne sai qualcosa, grazie, un bacio.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie Fatima del tuo passaggio, arrivederci a settembre. Un abbraccio.
ElisabettaC ha detto:
Un gran bel viaggio ma… costumi uno solo? 🙂
E’ bellissimo e l’ho preso.
Ciao
Uto
babilonia61 ha detto:
Che belle queste immagini, mi ricordano quella parte del Belice che ha storia atavica, legata anche alla mia memoria: Montevago, Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, …
Buone ferie.
Rino, rammentando
ubaldoriccobono ha detto:
C’era anche il costume di nozze di Angelica, ma non ho avuto il tempo di modificare la foto, che non era venuta tanto bene. Considerato il tuo interesse professionale, vedremo… Grazie del tuo passaggio, Uto. Un saluto.
ubaldoriccobono ha detto:
Da quelle parti ci andai per la prima volta a 12 anni. A 18 anni andammo, io e mio fratello, ad un ballo proprio nel Palazzo Filangeri Cutò con amici di Agrigento che avevano dei parenti a Santa Margherita. Alle prime luci dell’alba andammo a Porto Palo a prendere il pesce fresco, pescato da uno zio degli amici. Luoghi che sono rimasti indelebili nel mio immaginario. Grazie Rino del tuo passaggio e a presto.
Yzma ha detto:
l’architetto barocco aveva trovato modo di dar sfogo a un estro indiavolato, alternando gradini alti e bassi, contorcendo le fughette nei modi più inaspettati, creando pianerottoli superflui con nicchie e panche, in modo da creare su tanta piccola altezza un sistema di possibilità di confluenze e defluenze, brusche ripugnanze e affettuosi incontri che conferiva alla scalinata l’atmosfera di una lite di innamorati.
questa descrizione è fantastica
Praga è meravigliosa, ci sono stata benissimo tre anni fa, buon viaggio e buon divertimento :))
dalloway66 ha detto:
Carissimo Ubaldo, ispirata dal tuo post su Tomasi di Lampedusa, ne ho scritto uno sul cugino Lucio Piccolo, che sono certa ti piacerà. Qui lascio le parole di Montale tratte da un suo articolo del 1958 pubblicato dal corriere della sera:”Se il romanzo storico tradizionale poté giovarsi di una lieve patina di noia (tale è per il lettore ingenuo il senso del tempo che fluisce lentamente) nulla è più lontano del Gattopardo dagli schemi del romanzo storico. Eppure il senso della storia, il trapasso delle generazioni, l’avvento delle nuove classi e dei nuovi miti, il declinare della nobiltà feudale e l’alquanto ipocrita trionfo delle ‘magnifiche sorti’ sono la materia stessa e l’ispirazione del romanzo. Nel quale pochi personaggi bastano a lumeggiare la straordinaria ambivalenza spirituale dell’autore”.
un caro saluto
xdanisx ha detto:
Per me, davvero una scoperta bellissima, che mi tiene a sognare ed a ricredermi sull’emozione che il cultore autentico sa trasmettere. Credevo di trovare noia e troppa pesantezza laddove scopro un incanto. Straordinaria, anche per me, la fantasia dell’architetto barocco. Buon viaggio ed un grazie immenso. danis
atima ha detto:
farolit ha detto:
sono incantata.
e grata per questo viaggio nel viaggio
🙂
utente anonimo ha detto:
Il mio ultimo post lo dedico anche a te e tutti
noi amici del web, un’amicizia che ci lega ad
un filo sperando che non si spezzi mai.
Un affettuoso saluto da pulvigiu.
ubaldoriccobono ha detto:
@Grazie Solare. Le case, nel Gattopardo, hanno uno spessore fondamentale, come l’ebbero nell’infanzia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
@Sono felice che hai pubblicato su Piccolo. E’ sconosciuto molto anche ai siciliani e la colpa è dell’editoria. Ma si sa tutto è businnes e si preferisce, a volte, la paccottiglia che fa vendere alle perle. Non si può non essere d’accordo con il giudizio completo di Montale, il quale, soprattutto in relazione allo scorrere del tempo, impregnò gran parte della sua opera.
@Danis, su Tomasi di Lampedusa azzarderei un giudizio: la sua opera “minore” è un complemento del suo capolavoro, come tanti gioiellini di mirabile fattura, incastonati attorno al grande gioiello che fa bella incommensurabile mostra di sè al centro dell’anello.
@Grazie Fatima della tua gentilissima dedica
@Ti ringrazio del passaggio e del giudizio, Farolit. Verrò a trovarti, quanto prima. Spero in un tuo ritorno.
@Le vere amicizie vanno sempre coltivate, Pulvigiu, sono d’accordo con te.
A tutti un caro saluto. A presto.
babilonia61 ha detto:
Noto con piacere che sei ritornato dal tuo viaggio.
Grazie di cuore per i tuoi commenti ai miei post, mi lusingano e nello stesso tempo mi fanno capire l’eleganza, la grandezza e la bellezza dei tuoi sentimenti.
Un abbraccio
Felicità
Rino, ringraziando Ubaldo sinceramente.
xdanisx ha detto:
Ubaldo: si può venire da te per conoscere, sgranando occhi di bimbo, incantati. Non conosco bene le cose di cui sei competente. Per questo brindo a te ed alla scoperta di un blog tanto ricco di sorprese!
Bentornato. danis
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Rino. I tuoi post sono una continua scoperta, che ci arricchiscono.
ubaldoriccobono ha detto:
Danis, i tuoi gentilissimi apprezzamenti mi fanno inorgoglire d’avere un’amica come te. Un abbraccio.
atima ha detto:
Quando arriverà settembre
E la buona novella camminerà nei campi,
Voglio vedere germogliare il perdono
Dove l’abbiamo piantato.Insieme un’altra volta,
Già abbiamo sognato insieme
Seminando canzoni al vento,
Voglio vedere crescere la nostra voce
In quel che ancora è da sognare.Già abbiamo pianto molto,
In molti si sono persi per strada…
Ma lo stesso non costa inventare,
Una nuova canzone.Che ci porti
Sole di primavera,
Apri le finestre del mio petto,
Conosciamo la lezione a memoria,
Non Ci resta che imparare.
Bacio.
colfavoredellenebbie ha detto:
Ha ragione Farolit: è un viaggio nel viaggio, rivissuto con la stessa emozione con cui ho percorso, la prima volta, l’ingresso dal cortile.
Sai, Ubaldo, un amico pittore, innamorato, come me, della letteratura siciliana, mi ha fatto un dono prezioso: L’esequie della luna, di Lucio Piccolo.
Lo cercavo da molto tempo e lo desideravo tanto, per appaiarlo a Lunaria di Consolo, che, in casa mia, vive accanto al Gattopardo.
Un saluto e un grazie.
z.
ubaldoriccobono ha detto:
Un bel regalo mi hai fatto, Fatima, con questa bella poesia. Settembre è un mese mite e mi ricorda la gioventù, gli ultimi bagni di mare, prima di ripartire per la città, per andare a scuola. Ma anche ora è bello godersi un angolo di spiaggia vuota e starsene ad ammirare il mare. Buona domenica, Fatima.
ubaldoriccobono ha detto:
Guarda i quadri del pittore Sciamè (lo troverai tra i miei link o tra i miei post su Pirandello o il Gattopardo) e scoprirai la bellezza di tanti notturni lunari. La luna, la Gran Madre, la Filosofia. Un mio post su Sciamè ne parla, se t’interessa. Un caro saluto.
xdanisx ha detto:
Bentornato, Ubaldo. Ti vedo girare tra amici che ti stimano e trovo parole sempre attente per noi. Con molto affetto. danis
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Danis, delle tue affettuose attenzioni. Settembre è un mese impegnativo e sarò più breve nelle connessioni. Un abbraccio.
tullia65 ha detto:
Il mio prossimo viaggio lo faro’ in Sicilia. La ritengo una delle regioni italiane piu’ belle in assoluto. Grazie per aver anticipato il mio viaggio così…Conosco appena Palermo e l’isola di Mozia m’incanto’…
ubaldoriccobono ha detto:
Scelta indovinata, Tullia! Non lo dico per essere partigiano. La Sicilia merita un bel tour, da studiare prima a tavolino, perchè la Sicilia non è una semplice isola, ma una nazione, anzi tante nazioni. Agrigento è una tappa obbligata e non solo per la mitica valle dei templi. Sì, Mozia è un incanto e Palermo è tutta da vedere e scoprire. C’è tanto, tanto in Sicilia…
Un abbraccio
Ihadadream ha detto:
che belle foto!
Un abbraccio di “ricomincio”
Anna
pulvigiu ha detto:
E’ il vino che preferisco di più quello di Donnafugata da buon sicilano sono orgoglioso essere nato in una terra che unisce cultura, storia e tradizioni.
Buon fine settimana caro Ubaldo da Giuseppe.
Il mio blog ufficiale: http://pulvigiu.myblog.it/
Il mio sito: http://www.pulvigiu.net
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie Anna del tuo commento e del tuo passaggio. A presto.
ubaldoriccobono ha detto:
Ti ringrazio di quanto hai espresso con il tuo commento, Giuseppe, nonchè dell’augurio di buon fine settimana, che non potendo ricambiare, perchè già trascorso, tramuto in un buonissimo augurio di inizio settimana, brindando idealmente con un buon bicchiere di Donnafugata. Buonanotte.
tullia65 ha detto:
Un bel bicchiere di Donnafugata non mi dispiacerebbe, stasera…baci.
ubaldoriccobono ha detto:
A me andrebbe una bella degustazione, come quest’estate. Li ho assaggiati tutti: i bianchi, i rossi, quelli da dessert. Gli ultimi sono nettare, cara Tullia. Brindo a te con il Chiarandà che mi trovo a portata di mano. Non sborniarti, domani ti verrebbe difficile alzarti per andare al lavoro. Buonanotte.
colfavoredellenebbie ha detto:
(io bevo pochissimo vino, ma un passito di Pantelleria andrebbe così bene :))
Buona notte
tullia65 ha detto:
Leggo cio’ hai riportato ‘La vita o si vive o si scrive’.
Perche’ fa così male, capirlo?
Perche’ è così? E cosa fare, allora?
Scrivere ci spiega la vita, o non ci spiega niente?
Henry James consacro’ alla scrittura l’intera esistenza. Tu cosa ne pensi?
Un abbraccio serale…
ubaldoriccobono ha detto:
I vini della cantina di Donnafugata li ho assaggiati tutti. Sì, il passito è eccezionale, Zena. Non fraintendere, però, non sono un beone impenitente.
ubaldoriccobono ha detto:
Io penso come James, come te e come Pirandello, Tullia. La vita è essenzialmente scrittura, perchè è memoria. Non si può fare a meno, in questa civiltà dell’effimero e del gossip, di scrivere. La cultura è essenzialmente scrittura, ed anche la vita. Del resto, il detto latino verba volant e scripta manent ha una sua inossidabile valenza. Fa male capirlo, perchè vorremmo scrivere, scrivere, scrivere, ma per poter scrivere bisogna leggere, leggere, leggere. I limiti temporali ci angustiano.
utente anonimo ha detto:
Le parole acquistano più forza se corredate da immagini, e questo bel post ne è la prova evidente.
Un caro saluto.
Rino, nei tuoi archivi.