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arte e cultura, bambini, birmania, buddhismo, dittatura, droga, fratellanza, laos, libertà, pace, poesia, politica, storia, thailandia, triangolo doro, viaggi
GIU’ LE MANI DALLA BIRMANIA
E DAL SUD-EST ASIATICO
UN PAESE
IN GABBIA
Se negli stati di tutto il mondo ci si mobilita, il regime militare del generalissimo Than Shwe spera, come in passato, che i veti incrociati possano avere il sopravvento. Nel lontano 1988 le sollevazioni s’erano concluse con tremila morti, con il prezzo più alto pagato dagli studenti. E poi arresti, epurazioni, delazioni, segregazioni, senza che nel mondo “civile” s’alzasse un dito. Nel 1990 la burla di elezioni democratiche, la vittoria di Aung San Suu Kyi, attuale premio Nobel per la pace, l’annullamento dei risultati, la segregazione della leader, regolarmente eletta, tuttora ai domiciliari.
In Birmania vi sono forti interessi di Russia, Nord Corea e Cina; quest’ultima ha un ruolo centrale nella crisi. Con il senno del poi i cinesi parlano della necessità di sviluppo e democrazia, ma non sconfessano nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU l’operato della giunta militare birmana. Solo adesso che i monaci hanno inscenato una marcia silenziosa per la democrazia e lo sviluppo, si accorgono che il paese è al collasso.
Nei paesi dei fiori e dei sorrisi
vuol nascere un nuovo fiore
e un nuovo sorriso: la libertà.
Il prezzo suo si paga sulle piazze
coperte ancora di sangue
tra il crepitio cupo della mitraglia
e le urla delle madri:
figli mietuti
monaci trucidati
studenti bastonati a morte
padri scomparsi nel nulla.
Il bavaglio,
mettete il bavaglio
ai morti che urlano,
alle madri che piangono,
agli orfani,
alle vedove…
Rispondono i Generali
Il bavaglio,
mettete il bavaglio,
ai monaci che marciano silenziosi.
Il loro silenzio è condanna,
strappate dal petto i loro cuori,
se pulsano ancora
Rispondono i Generali
Il bavaglio,
mettete il bavaglio,
ai giovani studenti.
Entriamo nelle università,
il sapere è il nostro nemico.
Rispondono i Generali
Il bavaglio,
mettete il bavaglio,
a tutti i giornali del mondo:
nessuno vuole sapere della Birmania,
siamo il Myanmar dei generali,
viviamo a Naypydaw
la capitale degli dei
Rispondono i Generali
Nei paesi dei fiori e dei sorrisi
vuol nascere un nuovo fiore
Gridano i monaci in marcia
NEL TRIANGOLO D’ORO
Non bisogna sottovalutare gli interessi colossali che derivano dallo sfruttamento della coltivazione dell’oppio nella zona del Triangolo d’oro, la zona fluviale bagnata dal Mekong, un fiume giallo-ocra e fangoso, un tempo meta della via della seta, dove soprattutto i cinesi realizzavano grandi ricchezze.
Vaste distese di foreste sono coltivate ad oppio, senza che gli stati possano fare granchè, nella giungla intricata e sulle colline impervie, dove mettere il naso è una sfida rischiosa, perfino a truppe equipaggiate. Anzi vi sono connivenze, anche internazionali, perchè il narcotraffico è molto potente. Ma a beneficiarne sono solo in pochi; la popolazione è poverissima, si dedica a vendere souvenir e a modiche attività nel turismo, che i governi consentono. E’ libertà effimera darsi all’oppio per dimenticare.
I bambini sono sfruttati, nei loro volti c’è lo smarrimento di chi è senza avvenire, in paesi nei quali le ricchezze scorrono sotterraneamente in mille rivoli, che raggiungono le tasche di pochi privilegiati.
Negli incerti confini del Triangolo d’oro, in passato, Thailandesi e Birmani, in guerra perenne, si contendevano la terra, palmo a palmo, e il potere.
Canto thailandese-birmano
La clessidra del tempo
fa ritornare i fantasmi, fratelli.
Vi sconfiggemmo in battaglia
fratelli birmani
ma eravamo anche noi mercenari
di un regno assoluto.
La clessidra del tempo
fa ritornare i fantasmi, fratelli.
Noi però tornammo in forze
con armi pesanti
e giungemmo nel cuore
delle vostre terre,
fino ad Ayutthaya,
distruggemmo i vostri templi
e vi addomesticammo.
La clessidra del tempo
fa ritornare i fantasmi, fratelli.
Non siamo più nemici, fratelli,
camminiamo uniti, entrambi
nel nome di Buddha,
dopo che, grazie a lui,
stabilimmo liberamente
i nostri confini.
La clessidra del tempo
fa ritornare i fantasmi, fratelli.
Nuovi mercenari sono tornati
per oscurare la religione dei padri
e il pensiero dei nostri figli,
gli unici che ci hanno permesso di vivere
nella speranza della libertà,
mai la potranno cancellare
dai nostri cuori
La clessidra del tempo
fa ritornare i fantasmi, fratelli.
Il ponte dell’amicizia
Nelle zone di confine
di Thailandia e Birmania
regna sempre la paura
dei signori della guerra
sempre in sella
per il dominio dei popoli.
I gendarmi dettano legge
e vogliono sigillare a vita
anche la religione.
Due giovani monaci
passano sul ponte
che unisce i due paesi;
sognano insieme nuovi orizzonti:
nelle zone di confine
non esistono confini
per i popoli fratelli
che vogliono la libertà.
Non è solo la Birmania ad essere governata da una Giunta di generali. Anche la Thailandia è retta da un regime militare, che dovrà garantire regolari elezioni, il prossimo 23 dicembre. L’ascesa dei militari al potere era avvenuta in maniera incruenta, lo scorso anno, con lo spodestamento del premier thailandese Thaksin Shinawatra, magnate delle telecomunicazioni e da poco anche proprietario del Manchester City. La Corte Suprema thailandese ha emesso contro di lui e la moglie Pojaman un mandato di arresto per corruzione e altre vicende che lo hanno visto protagonista. Recentemente la Giunta Militare ha approvato la nuova Costituzione, che secondo l’opposizione limita, a vantaggio dei militari, i poteri del Governo che dovrà essere eletto.
Anche nel Laos c’è un regime di ferro, che si contraddistingue per arresti arbitrari per motivi ideologici, esecuzioni sommarie, sparizioni di cui sono vittime donne, bambini, adolescenti dell’etnia Hmong. Tale intollerabile situazione, che calpesta la libertà e i diritti fondamentali, non è minimamente avvertita dalla comunità internazionale.
LA RIBELLIONE DEL BUDDHISMO
Fino a ieri l’ortodossia tradizionale buddhista, tramandata dai monaci più vecchi, era quella di dedicarsi alla contemplazione e alla meditazione, per raggiungere il paradiso (Nirvana).
Ma nel Sermone di Benares Buddha diede i pilastri della dottrina e individuò le tre radici del male: la concupiscenza (brama), l’ira (odio), l’ottenebramento (cecità mentale). Per raggiungere il Nirvana per Buddha occorreva percorrere l’ottuplice sentiero: retta visione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retta forma di vita, retto sforzo, retta presenza di spirito, retta pratica della meditazione.
Secondo i monaci giovani, il buddhismo sta perdendo di vista l’originaria dottrina del Buddha. I governi di Birmania, soprattutto, di Thailandia e del Laos hanno smarrito le virtù cardinali della dottrina, non solo perseguendo interessi personalistici, ma dando all’esterno e all’interno il cattivo esempio. In atto vi è uno scontro frontale tra nuova e vecchia generazione di monaci, la prima dissenziente nei confronti del potere, la seconda allineata con l’establishment dominante.
La nuova generazione raccoglie anche le istanze di democrazia e di sviluppo richieste dal popolo, dagli studenti e dagli intellettuali, soffocate in maniera evidente in Birmania e, in maniera strisciante e perfida, in Thailandia e Laos. Non si tratta soltanto, quindi, di un problema di svolta economica e politico-sociale, ma di assetto filolosofico, religioso ed esistenziale, più rispondente ai canoni del buddhismo, in una società che sta per imitare l’occidente nei valori capitalistici di vita, mentre si ritiene che i giovanissimi monaci devono essere formati secondo gli indirizzi autentici della dottrina.
E’ impressionante il numero di templi, di statue e di costruzioni buddhiste, talune sfarzose, che sorgono dovunque (da vera nevrosi) e abbisognano di essere mantenute in tutto il loro fulgore. Cosa che non può essere assicurata dal popolo, che vive nell’indigenza.
Scenari aperti, quindi, suscettibili di svolte imprevedibili, ma che postulano l’esigenza di lasciare il Sud Est asiatico alla libera determinazione dei popoli che vi vivono e al riconoscimento delle varie etnie presenti all’interno delle singole compagini statali.
(Ubaldo Riccobono, tutti i diritti riservati)
Puoi seguire le vicende del Myanmar su Peace Reporter
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=8858
Puoi leggere l’appello in Italiano di Amnesty International e firmarlo
http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar
Puoi visitare i Blog Birmani che denunciano il regime, commentano e documentano la protesta:
http://myochitmyanmar.blogspot.com/
http://mmedwatch.blogspot.com/
http://www.niknayman.blogspot.com/
http://www.myitzima.co.cc/
http://kadaung.blogspot.com/
http://drlunswe.blogspot.com/
http://hittaing.org/
http://khitpyaing.org/
http://www.ko-htike.blogspot.com/
http://myatlone.blogspost.com/
http://news.bbc.co.uk/
http://www.reuters.com/
http://www.voanews.com/burmese/
htt://www.rfa.org/burmese/
http://redo8888.com/
http://tharkinwe.blogspot.com/
http://publicenemies.blogspot.com/
http://www.narinjara.com/burmese.asp/
http://www.burmatoday.net/
http://www.yoma3.org/
http://thanshwe-hunter.blogspot.com/
http://yekyawaung.blogspot.com/
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Infine è attivo anche un nuovo tipo di protesta on-line che usa i blog per diffondere una petizione a livello globale. Per partecipare, aggiungi il tuo blog seguendo le istruzioni che troverai in questo post.
Come partecipare. 1. Copiare questo intero post nel tuo blog, compreso questo numero: 1081081081234 Dopo alcuni giorni puoi cercare con Google il numero 1081081081234 per trovare tutti i blog che partecipano a questa protesta e petizione.Nota: Google indicizza i blog a differenti livelli, per cui è possibile che ci voglia più tempo perché il tuo blog appaia tra i risultati. Indipendentemente dalla traduzione il numero rimane identico e perciò valido.
Vedi il risultato cliccando qui: Ricerca di Google 1081081081234
tullia65 ha detto:
E noi, Ubaldo? Cosa possiamo fare? Quello che accade e’ tremendo. Questi uomini stanno morendo come martiri, e noi?
“Sei ancora l’uomo della pietra e della fionda…”.
Non e’ cambiato nulla. Non cambia mai nulla.
Il tuo post e’ commovente e terribile.
ElisabettaC ha detto:
Buon giorno Ubaldo … sentito post. Impeto e passione. Non dobbiamo cedere, dobbiamo far sentire la pressione di tutti gli uomini “liberi” sull’O.N.U.. DEVONO far destituire la gounta militare che ABUSIVAMENTE detirnr il potere e rendere quella popolazione alla democrazia che aveva scelto attraverso libere elezioni. Per troppi anni hanno atteso. Perchè? Ma l’O.N.U. è libera? E’ pulita? Ho forti dubbi … anzi! Ho la certezza che no!
E NOI possiamo, sì che possiamo!
Intanto possiamo SMASCHERARLI.
http://beppegrillo.meetup.com/boards/view/viewthread?thread=3581914&pager.offset=0
Ciao
Uto
flash6155 ha detto:
Hai ragione, Ubaldo, circa il ruolo centrale della Cina nella crisi e l’intervento della giunta militare birmana nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Una situazione che già da molto tempo rappresentava una grave minaccia per lo sviluppo e la democrazia sembra ora messa allo scoperto con la marcia silenziosa dei monaci buddisti.
Credo sia davvero significativo l’incontro dei monaci di fronte alla casa di Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari.
E ritengo sia utile il tentativo (nell’ambito dell’assemblea Onu e nel contesto di una sensibilizzazione e solidarietà europea) delle istituzioni italiane, insieme a quello di altri stati, di indurre la giunta militare birmana ad un dialogo. Pensare che nulla serva non aiuta.
Il sapere ed anche il far sapere è nemico dei Generali: un bavaglio ai morti che urlano? Un bavaglio agli studenti? No, dei nastri del colore degli abiti dei monaci, per esprimere solidarietà e per far sapere. Forse questo non riuscirà a spezzare grossi interessi economici, non eliminerà la forza e le paure della connivenza, ma, come dici tu, “è libertà effimera darsi all’oppio per dimenticare”.
Il tuo post è bellissimo, Ubaldo, e molto toccante. Anche le immagini sono scelte con cura. La prima immagine è struggente: la speranza, con i suoi occhi tristi, quasi rassegnati, racchiusa tra le sbarre, suscita in chi è vivo l’impulso di lottare per liberarla, un invito per chi si sente ancora libero e un invito per noi.
Ti ringrazio, Ubaldo per questo super post e vorrei ringraziare anche ElisabettaC per la segnalazione del link nel commento al tuo post.
Un bacione, Superuby, e un abbraccio,
Rosalba
aglajaGE ha detto:
A corollario del tuo post intenso e preciso, Ubaldo, mi permetto di segnalare un libro di Cecilia Brighi, “Il pavone e i generali”, che l’autrice, troppo modestamente descrive così:
“questo breve libro vuole solo raccontare alcune storie, piccole istantanee di persone comuni, della loro vita di prima e di quella ‘eroica’ dopo la fuga. La fuga da un intero Paese in carcere”. In realtà è molto, molto altro.
Per un approfondimento su questo volume e su quanto racconta, potete leggere QUI e QUI
Grazie a Ubaldo per le informazioni preziose e per l’ampio spazio dedicato alla questione. Grazie anche a coloro per i quali questa non è solo una delle tante notizie del blob televisivo, ma desiderano andare nel cuore del problema e manifestare, in qualche modo, il loro sdegno e la loro solidarietà: solo con la conoscenza si vince l’indifferenza.
A.
babilonia61 ha detto:
Questo post mi ha colpito nel cuore, giacché la filosofia di vita buddista, quella vera, originale, è molto vicina alla mia, molto.
Credo che poche cose possiamo fare per loro, certamente l’essere solidali e spingere il nostro governo a intervenire diplomaticamente, per il resto non ci resta che meditare nella pace dei sensi.
Come sempre, complimenti per l’aulico post, l’ho gustato veramente.
Felicità
Rino, rileggendolo.
dalloway66 ha detto:
Sono convinta che ognuno di noi nel proprio piccolo possa contribuire, anche se in minima parte. Soltanto il silenzio e l’indifferenza distruggono gli ideali e la sofferenza di chi lotta per la libertà di tutti. un bacione
PattiChiari ha detto:
Ciao! Passando di qua lascio un saluto!
arietta ha detto:
Bellissimo questo tuo post Ubaldo. Cronaca e poesia che procedono insieme e vanno incontro ai colori dell’immagine. l’idea della libertà attraverso le libertà fondamentali dell’uomo, quella del pensiero, del credo e dell’informazione.
Hanno oscurato internet…la lingua globale. Hanno sparato sui cortei. Hanno demolito (per ora) la speranza del dialogo e della comprensione.
Ricordo ancora i cingolati in piazza Tien an men. Ricordo ancora lo studente che procedeva incontro alla morte in nome di quella libertà conosciuta sui banchi di un università che solo in parte ne mostrava la forte potenza. Ero anch’io un’universitaria e non potevo credere a ciò che vedevo. La nostra occupazione, la pantera (ricordi?) era altra cosa, eppure ci esaltava, ci dava la cognizione della protesta, la dimensione di un volere comune per il quale combattere.
Le grandi nazioni non intervengono o temporeggiano perchè non si profilano presunti scenari atomici o batteriologici.
Mi chiedo se agli USA interessi veramente che venga preservato il senso della libertà, una libertà che non li coinvolge. Che muoiano i monaci, i bambini, le vedove ?
Scusa Ubaldo è stato più forte di me.
Un grosso bacio.
Mariaserena ha detto:
Un post bellissimo e interessante. Molto ricco e documentato.
un saluto
Gardenia ha detto:
post sconvolgente che ci lascia divisi tra la forza della tua intelligente denuncia e la constatazione della nostra umana debolezza; che fare?
ti abbraccio, grazia*
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, Tullia, l’uomo è ancora l’uomo della pietra e della fionda e forse è peggiorato nello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ha l’anima pietrificata l’homo oeconomicus e, soprattutto, detiene armi terribili per asservire. Quando finirà? Hai visto come una marcia silenziosa ha aperto squarci? Si parla ora di scioperi generali e altro ancora. Speriamo che i tempi siano maturi. Speriamo che i potenti non contrattino con quei banditi. Ma la Birmania ha il petrolio che possa fare gola all’occidente, perchè intervenga a proteggerlo? Ha uno sbocco nell’oceano indiano, utile per la Cina. Ma la Cina mollerà il dittatore, che potrebbe garantirla? Ai posteri l’ardua sentenza. Certo fa specie questa impotenza ad abbattere una dittatura esecrata da tutto il popolo.
mollymou ha detto:
L’analisi tua è precisa e umana, i richiami alle ragioni sotterranee, di quel che sta accadendo nelle nazioni da te citate, dovrebbero essere messe sotto gli occhi di tutti noi comuni cittadini del mondo.
Mi vongono in mente i religiosi buddisti e il nostro clero: ce li vedete a sfilare per la libertà?
Un caro saluto Ubaldo.
ubaldoriccobono ha detto:
Ormai sono smascherati, Elisabetta. Speriamo che tutto non si afflosci. Per ora i mass media fanno la loro parte, ma si teme la normalizzazione e i giornali non parleranno sempre della Birmania. Fino a che punto gli assetti del Sud Est asiatico interessano all’Occidente? A noi spetta il compito di tenere desta l’attenzione, a tutti i livelli, piccoli e grandi.
ubaldoriccobono ha detto:
Sono nostri fratelli, Rosalba. Noi sappiamo che cosa è stata la dittatura, il fascismo, il nazismo e vogliamo che ciò non si ripeta. Nel Sud Est asiatico, dietro il sorriso di popoli meravigliosa, si nasconde la tragedia. Da quelle parti ci sono stati, e continuano ad esserci, genocidi. Di tanta gente non si sa più niente, esistono la tortura, la segregazione, gli arresti arbitrari, gli omicidi degli oppositori e ogni voce democratica viene soffocata. La marcia silenziosa dei monaci ha fatto scalpore. Chissà che non sia la volta buona. Un bacione e un abbraccio anche a te.
ubaldoriccobono ha detto:
Grasie, Aglaja, del contributo. Hai fatto bene ad indicarci il libro della Brighi, a testimonianza dell’orrore di una dittatura. E’ vero, solo la conoscenza può vincere l’indifferenza.
Ma io aggiungere che è l’animo umano che deve migliorare, se non cambiare, informandoci al detto greco “conosci te stesso”. Quando lo faremo, comprenderemo delle ragioni degli altri.
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, Rino, anche lameditazione aiuta. Magari tutti meditassero (e bene). Giusto il tuo suggerimento di sensibilizzare costantemente il Governo ad esercitare pressioni. Ormai viviamo in un villaggio globale e ogni fatto del mondo, è fatto nostro.
“Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perchè io partecipo dell’umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: Essa suona per te” John Donne (1573-1651).
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, Maria, tutti possiamo essere utili per una causa importante, fondamentale, come questa. Soprattutto gli uomini di cultura hanno il dovere di sostenerla, a tutti i livelli, con pervicacia, fino allo scrupolo e all’angoscia. Un bacione.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie del passaggio, Patti.
ubaldoriccobono ha detto:
Arietta, hai ragione ad indignarti. I potenti, se vogliono, possono. Ma i compromessi, i veti incrociati, gli interessi particolari, sono ben noti ai dittatori di turno. Dividi et impera, per questo un pugno di delinquenti durano tanto. Quarant’anni, ci pensi, quarant’anni e un intero popolo in gabbia. Ricambio il grosso bacione.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Mariaserena, tante cose le ho viste e le ho percepite e il ricordo è recente. Un saluto
ubaldoriccobono ha detto:
Già, che fare, Grazia? E’ l’interrogativo di tutti, della coscienza che si ribella, della rabbia sorda che tutti ci attanaglia. Faremo la marcia della pace a Perugia, ma non dev’essere una passerella, deve essere un’occasione tangibile per una dimostrazione a loro favore. Non parole vuote, ma impegni precisi e concreti. Non bisogna dimenticarli, sono nostri fratelli. Un abbraccio.
xdanisx ha detto:
Di forte impatto questo post. Parla alle nostre coscienze e fornisce informazioni con la ricchezza di conoscenza e la capacità di impostazione di versi, scritti ed immagini, in cui eccelli. Un ottimo lavoro, articolato ed avvincente, nella drammaticità che sapientemente sai documentare e con l’impatto emotivo che trasmetti. Ottimo. Ti ringrazio e mi complimento nel dramma che vibra e ci turba profondamente.
danis
Gardenia ha detto:
msg in pvt per te, g*
PattiChiari ha detto:
Tutti i blog di splinder solidali con la protesta della popolazione e dei monaci birmani sono invitati a lasciare un commento in calce al post che ne tratta su Amicizia&Vangelo autolinkando i propri post sull’argomento.
ubaldoriccobono ha detto:
Ringrazio te, Danis. In effetti questi fatti ci turbano. Noto, però, che c’è voglia di reagire, a tutti i livelli. La gente ormai è stufa di dittature, di macellai del potere, di politici corrotti e di servaggi. Una buona notte.
ubaldoriccobono ha detto:
Ho provveduto Patti. Grazie del suggerimento. La solidarietà è una bella cosa. Buona notte.
xdanisx ha detto:
C’è una grande forza di reagire. Abituarsi al dolore ed allo sdegno sterili, ci impoverisce come cittadini e come appartenenti ad una società civile. Le risposte stanno arrivando, con i mezzi di informazione corretta che, grazie anche a persone come te, incoraggiano le nostre possibilità di risposta concreta.
Grazie.
d.
Gardenia ha detto:
grazie da grazia***
Yzma ha detto:
non hanno solo fame, hanno soprattutto sete: sete di giustizia, di libertà, di autodeterminazione, di democrazia, di libertà
un saluto
iNessuno ha detto:
Un post unico.
Che la sete di libertà di un popolo sia la sete del mondo.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie a te, Danis, della tua squisita sensibilità. L’interralazione tra uomini e la solidarietà concreta sono quelle che dobbiamo perseguire ad ogni piè sospinto. Con un tassello al giorno il mosaico si compone. Un abbraccio.
ubaldoriccobono ha detto:
Io ringrazio te, Grazia, dei tuoi passaggi sempre graditi. Un bacio.
ubaldoriccobono ha detto:
E’ vero, Solare Yzma, fame e sete hanno in Birmania, di diritti umani, come in tutti i paesi del mondo, dove dovrebbe regnare la democrazia e il diritto dei popoli all’autodeterminazione. Un saluto
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, Angela, la libertà è un problema fondamentale di tutti gli uomini e di tutti i popoli. Benvenuta, ti saluto.
Lulu11 ha detto:
non è vero che i bambini birmani sono sfruttati, anzi!
ubaldoriccobono ha detto:
Va tutto bene in Birmania, Lulu? Non mi sembra che sia un eden, tutt’altro.
Io giudico da quel che avviene, dalle proteste, dalle repressioni. Tutto è rientrato nell’oblio. Ma quella nazione soffre, pur nel silenzio dei potenti.
U.