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LO SLANCIO DELLA SOLIDARIETA’

  Giraffe amorose

 

1. UN CONCORSO LETTERARIO DI SOLIDARIETA’

Pubblico volentieri il bando di un concorso letterario che ha la nobile finalità di aiutare un bambino di sette anni di Canicattì, affetto da una gravissima malattia.
 

“POETI PER NICOLAS”

Sabato, 29 Dicembre 2007

 

Concorso letterario “POETI PER NICOLAS”. Aiutiamolo con la Poesia

 Nicolas ha solo 7 anni.

Nicolas Carlino è un bimbo di Canicattì (AG) affetto da una rara e tremenda malattia,  la SCLEROSI TUBEROSA, che consiste nella comparsa di corpi estranei in entrambi gli emisferi del cervello , con l’inevitabile perdita delle normali capacità  cognitive e fisiologiche. Nel bimbo sono assenti il linguaggio verbale e l’attenzione, le crisi epilettiche sono sempre più frequenti e pericolose al punto da poter essere  tragicamente letali. Le innumerevoli cure farmacologiche a cui Nicolas è stato sottoposto sono ormai inutili essendo diventato farmaco-resistente. Solo una speranza! Un intervento chirurgico a New York, ma occorrono circa 300.000 euro (trecentomila €) per poter salvare Nicolas. Nicolas ha bisogno di tutti noi. Dunque amici miei vi chiamo all’appello tutti, uno per uno!

Scrittori, poeti, blogger, giornalisti, appassionati di poesia e scrittura, animi sensibili e quant’altro, per aiutare il piccolo Nicolas inviando delle poesie e acquistando poi almeno due copie dell’antologia che pubblicheremo.  Sono certo di poter contare su di voi!!! Grazie per l’attenzione!

 

Gero Miceli http://geromicelipoeta.blog.kataweb.it
    http://www.myspace.com/geromiceli
 

 Amicizia

 

REGOLAMENTO del Concorso no profit “ POETI PER NICOLAS ”

 1) La partecipazione è aperta a tutti. Poeti, blogger, scrittori ecc…da ogni parte del mondo con testi in italiano.  

2) Ogni autore potrà inviare sino a due poesie, il limite massimo è di 35 versi (ma non saremo rigorosi per qualche verso in più) .

3) Il tema è libero, ma è preferibile inviare testi con temi quali: amore, speranza, sogni, fanciullezza, solidarietà.

4) Una commissione di lettura (composta dai soci fondatori della costituenda associazione  Poiesis M.P.N. ) selezionerà tutti i testi pervenuti; speriamo di poter inserire più autori possibili e validi testi  perché l’obiettivo primario è raccogliere soldi da destinare in favore del piccolo Nicolas Carlino.

5) Le poesie dovranno essere inviate come allegato all’indirizzo e-mail

 poetipernicolas@katamail.com

 entro il  30 Gennaio 2008.  L’oggetto dell’e-mail è “Poeti per Nicolas” 

 6)  In calce ai testi l’autore deve dichiarare che l’opera presentata è frutto del proprio ingegno e inserire i propri dati personali compresi indirizzo e-mail ed eventuale sito internet.

7) Tutti gli autori selezionati riceveranno una dichiarazione da firmare in cui cedono i loro diritti per la pubblicazione del testo e convengono all’impegno dell’acquisto minimo di almeno due copie ciascuno.

Contiamo di poter pubblicare in tempi brevi l’antologia. Proveremo a trovare un editore tradizionale ma nel caso in cui non si riuscisse (non fanno di certo a gara a pubblicare un libro no profit), il libro sarà edito dalla Lulu (http://www.lulu.com). Passo dopo passo, ovviamente vi terrò informati, sui vari sviluppi. Intanto partecipiamo e ovviamente saranno utili tutte le collaborazioni, per l’impaginazione, la copertina, il passaparola del presente “bando” ecc…   

Nel frattempo per poter già fare qualcosa è possibile donare a:

Associazione “Dina Di Naro” Familiari diversamente abili onlus Causale:
Nicolas Carlino

Banca “S.Francesco” Credito Cooperativo – Canicattì
C/C n°: 0000 0004 1958 ABI: 08969 CAB: 82880 CIN: F

oppure  al c.c.p 85526267 intestato a Carlino Angelo e Lombardo Antonietta.
 

2. VOLARE PER SALVARE

 Volare per salvare, mostra

Bisogna stare attenti a parlare della sanità, perché si rischia di essere spesso controproducenti, arrecando dei guasti poi difficilmente riparabili. L’abusato termine “malasanità”, che spesso viene agitato a sproposito, crea allarme sociale e, soprattutto, non viene messo in relazione a tutta la buona sanità – ed è la stragrande maggioranza – che viene praticata negli ospedali e sul territorio. I delicati meccanismi della sanità pubblica impongono molta cautela nelle comunicazioni e, soprattutto, dovrebbero mettere in vetrina quei servizi, che vengono svolti con grande sacrificio e, a volte, con rischi.
E’ giusto segnalare le disfunzioni, ma senza scandalismi, perché le esagerate polemiche, pur dando sul momento risultati di audience, finiscono per distorcere la realtà e fanno degli ospedali luoghi dai quali bisogna scappare. Invece, tutti gli ospedali italiani quotidianamente erogano agli utenti un numero altissimo di prestazioni, mentre i casi di sanità non corretta sono molto sparuti.

Antonio Marotta, medico rianimatore

Nel 2004, nel presentare alla Comunità agrigentina il nuovo Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, curai la mostra fotografica “VOLARE PER SALVARE”, che aveva lo scopo di segnalare un servizio di vitale importanza per il salvataggio di vite umane, l’Elisoccorso.

Servizio dFu un’occasione fortunata datami dal un dirigente medico di rianimazione dell’ospedale, Antonio Marotta, il quale durante questi viaggi della speranza con la sua macchina fotografica ne riprendeva i particolari.

Incidente stradaleIncidente stradaleCamion rovesciatoUna testimonianza di un servizio, che va oltre il dovere, che diventa solidarietà umana. Servizio snervante con l'urgenza d'arrivare, durante il quale si sorvolano città, si vedono panorami inimmaginabili dall'alto, mentre a bordo c'è chi spera di arrivare in tempo.

Porto di PalermoStadio della Favorita di Palermo Osp. San Giovanni di Dio di AgrigentoNe nacque anche un volume “Vent’anni dopo”, in cui vennero evidenziati tutti i difficili passaggi per l’apertura del nuovo complesso ospedaliero, ma soprattutto le nuove attrezzature e la tecnologia, nonché i novelli servizi presenti nell’ospedale. Non aveva siffatto volume un fine puramente celebrativo, ma voleva significare che l’ospedale non è mero contenitore, ma un cuore che pulsa notte e giorno e chiama tutti, addetti ai lavori e non, a migliorarlo costantemente, spendendosi fino allo scrupolo e all’angoscia.
Tale deve essere la mission  di ogni operatore della sanità, tali devono essere l’approccio e la visione da parte del mondo esterno.
Salvataggio In quelle foto di Antonio Marotta vedevo vivere il mondo ricco di umanità e di pathos, fatto anche di eventi distensivi per allentare la tensione, ma contrassegnato da eventi drammatici, nei quali ogni momento, ogni istante può essere  determinante, per salvare vite umane. Voleva essere anche la gioia di un risultato, per essere riusciti tutti a dotare l’Ospedale San Giovanni di Dio d’un’elisuperficie, abilitata per i voli notturni e, potenzialmente, in grado di servire da base per i soccorsi nelle isole Pelagie (Lampedusa e Linosa). Significava anche un avviso, un monito alla nostra coscienza, a tenere sempre presente la delicatezza di un impegno, che non va contenuto soltanto nei limiti della norma, ma deve diventare solidarietà piena ed operante, in un momento storico in cui i valori si stanno pericolosamennte corrodendo.

 

3. IL VOLO E LA LETTERATURA

La solidarietà si realizza perché l’uomo cambia la sua visione, dall’io alla prospettiva dell’altro, comprendendo che gli altri in ultima analisi siamo noi stessi che abbiamo bisogno. Da questo sforzo immenso di relazione, da questa attività profonda di decodificazione e di interpretazione dei bisogni, scatta la sensibilità innata dell’uomo di portare soccorso a chi è indifeso o ha bisogno.
Lo stesso criterio vale per il volo. Per l 'uomo volare non è una cosa normale; egli non è fatto per volare, si sente ancorato alla terra ferma; eppure è congeniale alla sua psiche spiccare il volo, slanciarsi, proiettarsi fuori e in alto, come espansione del pensiero, in quell’istanza insopprimibile di libertà, che lo porta a vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella abituale.
Nel volo non c’è soltanto la sfida, la scommessa, l’impresa; c’è scienza, conoscenza, slancio vitale, scoperta di nuovi territori, viaggio all’interno di se stessi. Nel volo  c’è l’esigenza dell’uomo di sentirsi libero e autonomo, di spaziare, di realizzare la propria umanità, di vincere fobie e aporie; di provare ebbrezza, sensazioni, emozioni; di sentirsi angelo, disancorato dal corporeo e dalla materia, e di avvicinarsi al divino.
Dedalo e Icaro, Frederic LeightonE il volo nasce proprio come mito, come tentativo di innalzarsi dall’umano al divino. Il volo di Dedalo e di Icaro, definito e raccontato da Ovidio, sia pure geniale ed entusiasmante, è in effetti la sconfitta mitologica della sfida e dell’oltracotanza umana. Icaro rappresenta la ribellione empia agli dei che si conclude  in tragedia, ma nel contempo è il viaggio dell’uomo verso le altezze e la
bellezza, un tentativo di perfezione. Icaro assomiglia, nel volo, a quella sorta di seduzione, immanente nell’uomo, di laicizzazione della cultura e del potere,  che Prometeo riuscì a compiere con il fuoco, rubandolo agli dei e offrendolo agli uomini, e per questo pagandone il fio.
Sicuramente i valori della civiltà greca, fondati sul culto della bellezza, ma anche sul messaggio di Socrate e dei sofisti, che misero al centro di tutto l'uomo e il suo pensiero, umanizzarono la cultura, la quale portò nei secoli successivi la maturazione di questo sentire.

Leonardo da Vinci


Nel periodo del Rinascimento, dominato chiaramente dallo antropocentrismo, il primo a studiare le possibilità concrete del volo umano su basi scientifiche fu Leonardo da Vinci (1452-1519), il quale sfrondò il volo da ogni elemento di magia e di divinità, e studiò  diverse applicazioni di macchine volanti, che ancor oggi stupiscono per la genialità precorritrice.

 

 

Leonardo da Vinci, vite d

 

 

Leonardo fece studi interessanti, a futura memoria, sulla vite dell’elicottero e si concentrò sulla portanza di ali artificiali.

 

I fratelli MontgolfierLe vie del cielo si aprirono all’uomo grazie a due fratelli francesi, Joseph Michel e Jacques Etienne Montgolfier, i quali inventarono l’aerostato ad aria calda, detto in loro nome mongolfiera. Il 5 giugno 1783 ad Annonay avvenne l’eccezionale dimostrazione pubblica e il successo rimbalzò a Parigi e aprì le porte a nuove grandi applicazioni.  Il pallone aveva volato per 2 km e per la durata complessiva di 10 minuti, raggiungendo l'altitudine stimata di circa 2.000 metri.La notizia del successo raggiunse rapidamente tutto il mondo.

Il primo volo in mongolfiera La conquista storica  venne salutata da Vincenzo Monti con l’Ode scritta nel febbraio del 1784 intitolata Al signor di Montgolfier, alla stregua della poesia di marca illuministica del Parini.

Vincenzo Monti…Tentar del mare i vortici
forse è sì gran pensiero,
come occupar de' fulmini
l'inviolato impero?       
Deh! perché al nostro secolo
non diè propizio il Fato
d'un altro Orfeo la cetera,
se Montgolfier n'ha dato?        
Maggior del prode Esonide
surse di Gallia il figlio.
applaudi, Europa attonita,
al volator naviglio…

Anche se poesia occasionale, era il frutto dell’entusiasmo nella scienza, che trionfa sulla natura e vuole vincere i limiti dell’ignoranza e dell’oscurantismo.

 

4. IL VOLO DI D’ANNUNZIO

Dopo tanti studi e sperimentazioni (Cayley, Penaud, Stringfellow, Maxin, Langley, Forlanini), toccò ai fratelli Wilbur e Orville Wright, il 17 dicembre 1903, sulla spiaggia di Kitty Hawk (Carolina del Nord) mostrare l’effettiva possibilità del volo a motore con un mezzo più pesante dell’aria, il celeberrimo e storico Flyer 1. Il francese Bleriot ebbe poi il merito di aver sostituito lo svergolamento delle ali con gli alettoni.

LL Filippo Tommaso Marinetti nel suo Manifesto Futurista, fondato il 20 Febbraio 1909 a Parigi, plaudirà al progresso dell’epoca con queste parole:

“Noi canteremo  le locomotive dall'ampio petto,  il volo scivolante degli areoplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo”

Nel 1910, Gabriele D’Annunzio ritorna al romanzo con Forse che sì forse che no, un’opera che sancisce la transizione dannunziana con la resa e la negazione del superuomo, dove il protagonista, Paolo Tarsis, riesce a prevalere  sull’istinto di morte, compiendo un’impresa aviatoria che lo fa atterrare salvo in Sardegna. E’ il trionfo della vita (eros), del volo, sul piacere (thanatos). Prevale il dovere e l’interesse per la nascente aviazione, mentre il superuomo subisce dall’amore uno scacco.
Gabriele DIl romanzo prelude anche all’interesse di Gabriele D’Annunzio per l’aeroplano che lo porterà a guidare una spedizione aviatoria sui cieli di Vienna negli ultimi mesi della prima guerra mondiale.
Fu lanciato dall’alto un ptimo manifestino di D’Annunzio ai viennesi, che fu giudicato poco concreto, per cui furono in seguito lanciati 350.000 manifestini di Ugo Ojetti, che chiamava contro la guerra, alla solidarietà dei popoli e al  pacifismo:

VIENNESI!

Imparate a conoscere gli italiani.
Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d'odio e d'illusioni.

VIENNESI!

Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l'uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s'è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola.

POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati!

VIVA LA LIBERTÀ!

VIVA L'ITALIA!

VIVA L'INTESA!

 

5. L’UCCELLINO DI PIRANDELLO

Pirandello nella pineta di Castiglioncello, 1936Le tematiche del volo in Pirandello apparentemente sembrano riguardare un’opzione antipositivistica. Pirandello non era però contro il progresso della scienza e della tecnica, ma intuiva già, quasi come premonizione, che il continuo progresso avrebbe finito per soppiantare l’uomo, facendone un consumatore globale e uno schiavo della macchina. Già nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore si può evincere questo rapporto condizionato e condizionante tra l’uomo e la macchina, con Serafino che s’identifica con la manovella che è costretto a girare nelle riprese cinematografiche e che s’interroga sulla possibilità della sostituzione dell’uomo durante le riprese. C’era in nuce una intuizione profonda dei mezzi rivoluzionari che avrebbe poi introdotto il cinema sonoro.

In uno, nessuno, centomila  appare più evidente la condizione dell’uomo moderno che s’industria a costruire un mondo di apparenza e di vanità, in qualsiasi momento vanificabile però dalla natura: basta un ciclone o un terremoto, o un semplice guasto meccanico.

L’uomo…s’è messo a volare, a far l’uccellino! Ecco intanto qua un vero uccellino come vola. L’avete visto?  La facilità più schietta e lieve, che s’accompagna spontanea a un trillo di gioia.  Pensate adesso al goffo apparecchio rombante e allo sgomento, all’ansia, all’angoscia mortale dell’uomo che vuol fare l’uccellino! Qua un frullo e un trillo; là un motore strepitoso e puzzolente, e la morte davanti. Il motore si guasta; il motore s’arresta; addio uccellino!

Ma l’umorismo pirandelliano è proprio questo, è l’angoscia dell’uomo il quale è costretto a fare i conti con la vita, che è flusso e finzione, e non può impedire il progresso, che lo condiziona e lo rende schiavo delle forme, che lui stesso inventa e costruisce.  E non solo, l’uomo costruisce anche se stesso, come può costruire un aeroplano o una casa.

L’uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa. Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch’io possa conoscervi, se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dare forma. Ma che conoscenza può essere? E’ forse questa forma la cosa stessa?  Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo.

 E allora qual è il senso?

Qua, cari miei, avete veduto l’uccellino vero, che vola davvero, e avete smarrito il senso e il valore delle ali finte e del volo meccanico. Lo riacquisterete subito là, dove tutto è finto e meccanico, riduzione e costruzione: un altro mondo nel mondo: mondo manifatturato, combinato, congegnato; mondo d’artificio, di stortura, d’adattamento, di finzione, di vanità…

E l’uomo non può che diventare schiavo del flusso della vita, alienato dal mondo della natura, dagli altri e da se stesso, rimane cosa. Il romanzo Uno, nessuno, centomila dimostra, in chiave moderna, il processo di alienazione dell’uomo. Il pazzo pirandelliano è un alienato che esce fuori di sé stesso e si riduce, dopo il progressivo annullamento del suo io, a vivere come tutte le altre cose: albero, pietra, nuvola, vento.  E' l'uomo attuale che vive una vita inautentica, irrazionale e che dall'economia e dal mercato è visto come una cosa, come bambino che si deve attaccare alla mammella materna per continuarea vivere.

Erica Jong E su questa falsariga è giocata la trama di Paura di volare di Erica Jong, in cui la protagonista ha paura di se stessa, del suo doppio: vorrebbe essere incondizionatamente libera di vivere la sua vita, secondo la forza imperiosa dell’istinto, ma ha paura di esserlo e si controlla. Ma controllarsi vuol dire vivere?

"Le mie dita (anche quelle dei piedi) diventano di ghiaccio, il mio stomaco si sposta in su contro la cassa toracica, la temperatura della punta del mio naso scende alla stessa temperatura di quella delle mie dita, i miei capezzoli si alzano e salutano l'interno del mio reggiseno (o in questo caso, del mio vestito – visto che non porto reggiseno), e per un minuto il mio cuore e i motori urlano allo stesso modo mentre cerchiamo di provare a noi stesse che le leggi aerodinamiche non sono soltanto quelle superstizioni che, nel mio cuore, so che sono. Non importa quella diabolica INFORMAZIONE AI PASSEGGERI, io sono convinta che soltanto la mia concentrazione (e quella di mia madre – che sembra sempre aspettarsi che i suoi figli moriranno in un incidente aereo) tiene quest'uccello in volo. Vigilanza costante, questo è il mio motto."  (Erica Jong, Paura di volare)

 

6. VOLARE IN CONCERTO

Nel 1989 Domenico Modugno, già colpito da un ictus nel 1984, volle tenere un concerto, il primo dopo l’insulto cerebrale, ai degenti dell’Ospedale Psichiatrico di Agrigento, intitolato “Concerto per non dimenticare”. Da Senatore della Repubblica, tra i radicali, egli s’era speso, e continuò in seguito a spendersi, per quegli esseri deboli ed indifesi, che non lo dimenticarono mai. Tutti però ad Agrigento ricordano quella serata magica, all’insegna della solidarietà, e le parole di Nel blu dipinto di blu, coralmente cantate unitamente agli ammalati:

Domenico Modugno festival di Sanremo 1958

 

“Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito”

 Quella che è conosciuta popolarmente come “Volare”, scritta con Franco Migliacci come coautore, fu la canzone che diede a Modugno un successo strepitoso in tutto mondo e portò all’esplosione delle vendite discografiche italiane: la canzone fu tradotta in tutte le lingue e fu in testa nelle classifiche di tutto il mondo. Quando la cantò, in quell'occasione ad Agrigento, c'erano persone con le lacrime agli occhi. Modugno è morto nel 1994 nell’isola di Lampedusa, dove possedeva una villa.

 
 

 

 

7. UN GIRO DI SOLIDARIETA'    
Quest’anno, il Giro d’Italia di ciclismo ritorna a sfrecciare sulle strade della  Sicilia e  domenica 11 maggio giungerà ad Agrigento con l'effettuazione della seconda tappa, da Cefalù ad Agrigento. Sarà la quarta volta che una tappa del Giro sarà conclusa ad Agrigento. In precedenza, il Giro era arrivato ad Agrigento nel 1965, da Palermo, tappa vinta da Guido Carlesi. Nel 1982 la Taormina-Agrigento era stata appannaggio di Moreno Argentin. Nel 1993 vinse il danese Bjarne, mentre nel 1999 Agrigento fu soltanto sede di partenza. Ma l’evento più importante legato al ciclismo Agrigento l’ha vissuto con l’ospitalità nel 1994 dei campionati mondiali su strada, vinti dal francese Luc Leblanc.

Agrigento Mondiali di Ciclismo 1994Agrigento Campionati Mondiali di Ciclismo

Evento allora salutato dall'edizioni di cartoline celebrative con annullo filatelico.Quest’anno invece l’Unione Italiana Ciechi organizzerà in Sicilia il 1° Giro d’Italia per non vedenti, con la disputa, negli stessi giorni di svolgimento delle tappe siciliane, di corse in linea di tandem. Una bellissima pagina di solidarietà, che arricchirà la grande corsa organizzata dalla Gazzetta dello Sport.  

Corsa ciclistica in Tandem per non vedenti

 

 

(Ubaldo Riccobono, ogni diritto riservato)