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LO SLANCIO DELLA SOLIDARIETA’
1. UN CONCORSO LETTERARIO DI SOLIDARIETA’
“POETI PER NICOLAS”
Sabato, 29 Dicembre 2007
Concorso letterario “POETI PER NICOLAS”. Aiutiamolo con la Poesia
Nicolas ha solo 7 anni.
Nicolas Carlino è un bimbo di Canicattì (AG) affetto da una rara e tremenda malattia, la SCLEROSI TUBEROSA, che consiste nella comparsa di corpi estranei in entrambi gli emisferi del cervello , con l’inevitabile perdita delle normali capacità cognitive e fisiologiche. Nel bimbo sono assenti il linguaggio verbale e l’attenzione, le crisi epilettiche sono sempre più frequenti e pericolose al punto da poter essere tragicamente letali. Le innumerevoli cure farmacologiche a cui Nicolas è stato sottoposto sono ormai inutili essendo diventato farmaco-resistente. Solo una speranza! Un intervento chirurgico a New York, ma occorrono circa 300.000 euro (trecentomila €) per poter salvare Nicolas. Nicolas ha bisogno di tutti noi. Dunque amici miei vi chiamo all’appello tutti, uno per uno!
Scrittori, poeti, blogger, giornalisti, appassionati di poesia e scrittura, animi sensibili e quant’altro, per aiutare il piccolo Nicolas inviando delle poesie e acquistando poi almeno due copie dell’antologia che pubblicheremo. Sono certo di poter contare su di voi!!! Grazie per l’attenzione!
Gero Miceli http://geromicelipoeta.blog.kataweb.it
http://www.myspace.com/geromiceli
REGOLAMENTO del Concorso no profit “ POETI PER NICOLAS ”
1) La partecipazione è aperta a tutti. Poeti, blogger, scrittori ecc…da ogni parte del mondo con testi in italiano.
2) Ogni autore potrà inviare sino a due poesie, il limite massimo è di 35 versi (ma non saremo rigorosi per qualche verso in più) .
3) Il tema è libero, ma è preferibile inviare testi con temi quali: amore, speranza, sogni, fanciullezza, solidarietà.
4) Una commissione di lettura (composta dai soci fondatori della costituenda associazione Poiesis M.P.N. ) selezionerà tutti i testi pervenuti; speriamo di poter inserire più autori possibili e validi testi perché l’obiettivo primario è raccogliere soldi da destinare in favore del piccolo Nicolas Carlino.
entro il 30 Gennaio 2008. L’oggetto dell’e-mail è “Poeti per Nicolas”
6) In calce ai testi l’autore deve dichiarare che l’opera presentata è frutto del proprio ingegno e inserire i propri dati personali compresi indirizzo e-mail ed eventuale sito internet.
7) Tutti gli autori selezionati riceveranno una dichiarazione da firmare in cui cedono i loro diritti per la pubblicazione del testo e convengono all’impegno dell’acquisto minimo di almeno due copie ciascuno.
Contiamo di poter pubblicare in tempi brevi l’antologia. Proveremo a trovare un editore tradizionale ma nel caso in cui non si riuscisse (non fanno di certo a gara a pubblicare un libro no profit), il libro sarà edito dalla Lulu (http://www.lulu.com). Passo dopo passo, ovviamente vi terrò informati, sui vari sviluppi. Intanto partecipiamo e ovviamente saranno utili tutte le collaborazioni, per l’impaginazione, la copertina, il passaparola del presente “bando” ecc…
Nel frattempo per poter già fare qualcosa è possibile donare a:
Nicolas Carlino
Banca “S.Francesco” Credito Cooperativo – Canicattì
C/C n°: 0000 0004 1958 ABI: 08969 CAB: 82880 CIN: F
oppure al c.c.p 85526267 intestato a Carlino Angelo e Lombardo Antonietta.
2. VOLARE PER SALVARE
Bisogna stare attenti a parlare della sanità, perché si rischia di essere spesso controproducenti, arrecando dei guasti poi difficilmente riparabili. L’abusato termine “malasanità”, che spesso viene agitato a sproposito, crea allarme sociale e, soprattutto, non viene messo in relazione a tutta la buona sanità – ed è la stragrande maggioranza – che viene praticata negli ospedali e sul territorio. I delicati meccanismi della sanità pubblica impongono molta cautela nelle comunicazioni e, soprattutto, dovrebbero mettere in vetrina quei servizi, che vengono svolti con grande sacrificio e, a volte, con rischi.
E’ giusto segnalare le disfunzioni, ma senza scandalismi, perché le esagerate polemiche, pur dando sul momento risultati di audience, finiscono per distorcere la realtà e fanno degli ospedali luoghi dai quali bisogna scappare. Invece, tutti gli ospedali italiani quotidianamente erogano agli utenti un numero altissimo di prestazioni, mentre i casi di sanità non corretta sono molto sparuti.
Nel 2004, nel presentare alla Comunità agrigentina il nuovo Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, curai la mostra fotografica “VOLARE PER SALVARE”, che aveva lo scopo di segnalare un servizio di vitale importanza per il salvataggio di vite umane, l’Elisoccorso.
Fu un’occasione fortunata datami dal un dirigente medico di rianimazione dell’ospedale, Antonio Marotta, il quale durante questi viaggi della speranza con la sua macchina fotografica ne riprendeva i particolari.
Una testimonianza di un servizio, che va oltre il dovere, che diventa solidarietà umana. Servizio snervante con l'urgenza d'arrivare, durante il quale si sorvolano città, si vedono panorami inimmaginabili dall'alto, mentre a bordo c'è chi spera di arrivare in tempo.
Ne nacque anche un volume “Vent’anni dopo”, in cui vennero evidenziati tutti i difficili passaggi per l’apertura del nuovo complesso ospedaliero, ma soprattutto le nuove attrezzature e la tecnologia, nonché i novelli servizi presenti nell’ospedale. Non aveva siffatto volume un fine puramente celebrativo, ma voleva significare che l’ospedale non è mero contenitore, ma un cuore che pulsa notte e giorno e chiama tutti, addetti ai lavori e non, a migliorarlo costantemente, spendendosi fino allo scrupolo e all’angoscia.
Tale deve essere la mission di ogni operatore della sanità, tali devono essere l’approccio e la visione da parte del mondo esterno.
In quelle foto di Antonio Marotta vedevo vivere il mondo ricco di umanità e di pathos, fatto anche di eventi distensivi per allentare la tensione, ma contrassegnato da eventi drammatici, nei quali ogni momento, ogni istante può essere determinante, per salvare vite umane. Voleva essere anche la gioia di un risultato, per essere riusciti tutti a dotare l’Ospedale San Giovanni di Dio d’un’elisuperficie, abilitata per i voli notturni e, potenzialmente, in grado di servire da base per i soccorsi nelle isole Pelagie (Lampedusa e Linosa). Significava anche un avviso, un monito alla nostra coscienza, a tenere sempre presente la delicatezza di un impegno, che non va contenuto soltanto nei limiti della norma, ma deve diventare solidarietà piena ed operante, in un momento storico in cui i valori si stanno pericolosamennte corrodendo.
3. IL VOLO E LA LETTERATURA
La solidarietà si realizza perché l’uomo cambia la sua visione, dall’io alla prospettiva dell’altro, comprendendo che gli altri in ultima analisi siamo noi stessi che abbiamo bisogno. Da questo sforzo immenso di relazione, da questa attività profonda di decodificazione e di interpretazione dei bisogni, scatta la sensibilità innata dell’uomo di portare soccorso a chi è indifeso o ha bisogno.
Lo stesso criterio vale per il volo. Per l 'uomo volare non è una cosa normale; egli non è fatto per volare, si sente ancorato alla terra ferma; eppure è congeniale alla sua psiche spiccare il volo, slanciarsi, proiettarsi fuori e in alto, come espansione del pensiero, in quell’istanza insopprimibile di libertà, che lo porta a vedere il mondo da una prospettiva diversa da quella abituale.
Nel volo non c’è soltanto la sfida, la scommessa, l’impresa; c’è scienza, conoscenza, slancio vitale, scoperta di nuovi territori, viaggio all’interno di se stessi. Nel volo c’è l’esigenza dell’uomo di sentirsi libero e autonomo, di spaziare, di realizzare la propria umanità, di vincere fobie e aporie; di provare ebbrezza, sensazioni, emozioni; di sentirsi angelo, disancorato dal corporeo e dalla materia, e di avvicinarsi al divino.
E il volo nasce proprio come mito, come tentativo di innalzarsi dall’umano al divino. Il volo di Dedalo e di Icaro, definito e raccontato da Ovidio, sia pure geniale ed entusiasmante, è in effetti la sconfitta mitologica della sfida e dell’oltracotanza umana. Icaro rappresenta la ribellione empia agli dei che si conclude in tragedia, ma nel contempo è il viaggio dell’uomo verso le altezze e la bellezza, un tentativo di perfezione. Icaro assomiglia, nel volo, a quella sorta di seduzione, immanente nell’uomo, di laicizzazione della cultura e del potere, che Prometeo riuscì a compiere con il fuoco, rubandolo agli dei e offrendolo agli uomini, e per questo pagandone il fio.
Sicuramente i valori della civiltà greca, fondati sul culto della bellezza, ma anche sul messaggio di Socrate e dei sofisti, che misero al centro di tutto l'uomo e il suo pensiero, umanizzarono la cultura, la quale portò nei secoli successivi la maturazione di questo sentire.
Nel periodo del Rinascimento, dominato chiaramente dallo antropocentrismo, il primo a studiare le possibilità concrete del volo umano su basi scientifiche fu Leonardo da Vinci (1452-1519), il quale sfrondò il volo da ogni elemento di magia e di divinità, e studiò diverse applicazioni di macchine volanti, che ancor oggi stupiscono per la genialità precorritrice.
Leonardo fece studi interessanti, a futura memoria, sulla vite dell’elicottero e si concentrò sulla portanza di ali artificiali.
Le vie del cielo si aprirono all’uomo grazie a due fratelli francesi, Joseph Michel e Jacques Etienne Montgolfier, i quali inventarono l’aerostato ad aria calda, detto in loro nome mongolfiera. Il 5 giugno 1783 ad Annonay avvenne l’eccezionale dimostrazione pubblica e il successo rimbalzò a Parigi e aprì le porte a nuove grandi applicazioni. Il pallone aveva volato per 2 km e per la durata complessiva di 10 minuti, raggiungendo l'altitudine stimata di circa 2.000 metri.La notizia del successo raggiunse rapidamente tutto il mondo.
La conquista storica venne salutata da Vincenzo Monti con l’Ode scritta nel febbraio del 1784 intitolata Al signor di Montgolfier, alla stregua della poesia di marca illuministica del Parini.
…Tentar del mare i vortici
forse è sì gran pensiero,
come occupar de' fulmini
l'inviolato impero?
Deh! perché al nostro secolo
non diè propizio il Fato
d'un altro Orfeo la cetera,
se Montgolfier n'ha dato?
Maggior del prode Esonide
surse di Gallia il figlio.
applaudi, Europa attonita,
al volator naviglio…
Anche se poesia occasionale, era il frutto dell’entusiasmo nella scienza, che trionfa sulla natura e vuole vincere i limiti dell’ignoranza e dell’oscurantismo.
4. IL VOLO DI D’ANNUNZIO
Dopo tanti studi e sperimentazioni (Cayley, Penaud, Stringfellow, Maxin, Langley, Forlanini), toccò ai fratelli Wilbur e Orville Wright, il 17 dicembre 1903, sulla spiaggia di Kitty Hawk (Carolina del Nord) mostrare l’effettiva possibilità del volo a motore con un mezzo più pesante dell’aria, il celeberrimo e storico Flyer 1. Il francese Bleriot ebbe poi il merito di aver sostituito lo svergolamento delle ali con gli alettoni.
Filippo Tommaso Marinetti nel suo Manifesto Futurista, fondato il 20 Febbraio 1909 a Parigi, plaudirà al progresso dell’epoca con queste parole:
“Noi canteremo le locomotive dall'ampio petto, il volo scivolante degli areoplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo”
Nel 1910, Gabriele D’Annunzio ritorna al romanzo con Forse che sì forse che no, un’opera che sancisce la transizione dannunziana con la resa e la negazione del superuomo, dove il protagonista, Paolo Tarsis, riesce a prevalere sull’istinto di morte, compiendo un’impresa aviatoria che lo fa atterrare salvo in Sardegna. E’ il trionfo della vita (eros), del volo, sul piacere (thanatos). Prevale il dovere e l’interesse per la nascente aviazione, mentre il superuomo subisce dall’amore uno scacco.
Il romanzo prelude anche all’interesse di Gabriele D’Annunzio per l’aeroplano che lo porterà a guidare una spedizione aviatoria sui cieli di Vienna negli ultimi mesi della prima guerra mondiale.
Fu lanciato dall’alto un ptimo manifestino di D’Annunzio ai viennesi, che fu giudicato poco concreto, per cui furono in seguito lanciati 350.000 manifestini di Ugo Ojetti, che chiamava contro la guerra, alla solidarietà dei popoli e al pacifismo:
VIENNESI!
Imparate a conoscere gli italiani.
Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d'odio e d'illusioni.
VIENNESI!
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l'uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s'è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola.
POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati!
VIVA LA LIBERTÀ!
VIVA L'ITALIA!
VIVA L'INTESA!
5. L’UCCELLINO DI PIRANDELLO
Le tematiche del volo in Pirandello apparentemente sembrano riguardare un’opzione antipositivistica. Pirandello non era però contro il progresso della scienza e della tecnica, ma intuiva già, quasi come premonizione, che il continuo progresso avrebbe finito per soppiantare l’uomo, facendone un consumatore globale e uno schiavo della macchina. Già nei Quaderni di Serafino Gubbio operatore si può evincere questo rapporto condizionato e condizionante tra l’uomo e la macchina, con Serafino che s’identifica con la manovella che è costretto a girare nelle riprese cinematografiche e che s’interroga sulla possibilità della sostituzione dell’uomo durante le riprese. C’era in nuce una intuizione profonda dei mezzi rivoluzionari che avrebbe poi introdotto il cinema sonoro.
In uno, nessuno, centomila appare più evidente la condizione dell’uomo moderno che s’industria a costruire un mondo di apparenza e di vanità, in qualsiasi momento vanificabile però dalla natura: basta un ciclone o un terremoto, o un semplice guasto meccanico.
L’uomo…s’è messo a volare, a far l’uccellino! Ecco intanto qua un vero uccellino come vola. L’avete visto? La facilità più schietta e lieve, che s’accompagna spontanea a un trillo di gioia. Pensate adesso al goffo apparecchio rombante e allo sgomento, all’ansia, all’angoscia mortale dell’uomo che vuol fare l’uccellino! Qua un frullo e un trillo; là un motore strepitoso e puzzolente, e la morte davanti. Il motore si guasta; il motore s’arresta; addio uccellino!
Ma l’umorismo pirandelliano è proprio questo, è l’angoscia dell’uomo il quale è costretto a fare i conti con la vita, che è flusso e finzione, e non può impedire il progresso, che lo condiziona e lo rende schiavo delle forme, che lui stesso inventa e costruisce. E non solo, l’uomo costruisce anche se stesso, come può costruire un aeroplano o una casa.
L’uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa. Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch’io possa conoscervi, se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dare forma. Ma che conoscenza può essere? E’ forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo.
E allora qual è il senso?
Qua, cari miei, avete veduto l’uccellino vero, che vola davvero, e avete smarrito il senso e il valore delle ali finte e del volo meccanico. Lo riacquisterete subito là, dove tutto è finto e meccanico, riduzione e costruzione: un altro mondo nel mondo: mondo manifatturato, combinato, congegnato; mondo d’artificio, di stortura, d’adattamento, di finzione, di vanità…
E l’uomo non può che diventare schiavo del flusso della vita, alienato dal mondo della natura, dagli altri e da se stesso, rimane cosa. Il romanzo Uno, nessuno, centomila dimostra, in chiave moderna, il processo di alienazione dell’uomo. Il pazzo pirandelliano è un alienato che esce fuori di sé stesso e si riduce, dopo il progressivo annullamento del suo io, a vivere come tutte le altre cose: albero, pietra, nuvola, vento. E' l'uomo attuale che vive una vita inautentica, irrazionale e che dall'economia e dal mercato è visto come una cosa, come bambino che si deve attaccare alla mammella materna per continuarea vivere.
E su questa falsariga è giocata la trama di Paura di volare di Erica Jong, in cui la protagonista ha paura di se stessa, del suo doppio: vorrebbe essere incondizionatamente libera di vivere la sua vita, secondo la forza imperiosa dell’istinto, ma ha paura di esserlo e si controlla. Ma controllarsi vuol dire vivere?
"Le mie dita (anche quelle dei piedi) diventano di ghiaccio, il mio stomaco si sposta in su contro la cassa toracica, la temperatura della punta del mio naso scende alla stessa temperatura di quella delle mie dita, i miei capezzoli si alzano e salutano l'interno del mio reggiseno (o in questo caso, del mio vestito – visto che non porto reggiseno), e per un minuto il mio cuore e i motori urlano allo stesso modo mentre cerchiamo di provare a noi stesse che le leggi aerodinamiche non sono soltanto quelle superstizioni che, nel mio cuore, so che sono. Non importa quella diabolica INFORMAZIONE AI PASSEGGERI, io sono convinta che soltanto la mia concentrazione (e quella di mia madre – che sembra sempre aspettarsi che i suoi figli moriranno in un incidente aereo) tiene quest'uccello in volo. Vigilanza costante, questo è il mio motto." (Erica Jong, Paura di volare)
6. VOLARE IN CONCERTO Nel 1989 Domenico Modugno, già colpito da un ictus nel 1984, volle tenere un concerto, il primo dopo l’insulto cerebrale, ai degenti dell’Ospedale Psichiatrico di Agrigento, intitolato “Concerto per non dimenticare”. Da Senatore della Repubblica, tra i radicali, egli s’era speso, e continuò in seguito a spendersi, per quegli esseri deboli ed indifesi, che non lo dimenticarono mai. Tutti però ad Agrigento ricordano quella serata magica, all’insegna della solidarietà, e le parole di Nel blu dipinto di blu, coralmente cantate unitamente agli ammalati:
“Penso che un sogno così non ritorni mai più Quella che è conosciuta popolarmente come “Volare”, scritta con Franco Migliacci come coautore, fu la canzone che diede a Modugno un successo strepitoso in tutto mondo e portò all’esplosione delle vendite discografiche italiane: la canzone fu tradotta in tutte le lingue e fu in testa nelle classifiche di tutto il mondo. Quando la cantò, in quell'occasione ad Agrigento, c'erano persone con le lacrime agli occhi. Modugno è morto nel 1994 nell’isola di Lampedusa, dove possedeva una villa.
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7. UN GIRO DI SOLIDARIETA'
Sicilia e domenica 11 maggio giungerà ad Agrigento con l'effettuazione della seconda tappa, da Cefalù ad Agrigento. Sarà la quarta volta che una tappa del Giro sarà conclusa ad Agrigento. In precedenza, il Giro era arrivato ad Agrigento nel 1965, da Palermo, tappa vinta da Guido Carlesi. Nel 1982 la Taormina-Agrigento era stata appannaggio di Moreno Argentin. Nel 1993 vinse il danese Bjarne, mentre nel 1999 Agrigento fu soltanto sede di partenza. Ma l’evento più importante legato al ciclismo Agrigento l’ha vissuto con l’ospitalità nel 1994 dei campionati mondiali su strada, vinti dal francese Luc Leblanc.
Evento allora salutato dall'edizioni di cartoline celebrative con annullo filatelico.Quest’anno invece l’Unione Italiana Ciechi organizzerà in Sicilia il 1° Giro d’Italia per non vedenti, con la disputa, negli stessi giorni di svolgimento delle tappe siciliane, di corse in linea di tandem. Una bellissima pagina di solidarietà, che arricchirà la grande corsa organizzata dalla Gazzetta dello Sport.
(Ubaldo Riccobono, ogni diritto riservato)
utente anonimo ha detto:
Grazie di cuore Ubaldo.
Solo una rettifica ( che ho apportato anche nel mio blog), le coordinate bancarie dell’ ASSOCIAZIONE DINA DI NARO sono : Banca “S.Francesco” Credito Cooperativo – Canicattì
C/C n°: 0000 0004 1958 ABI: 08969 CAB: 82880 CIN: F
Ancora grazie e speriamo nei tuoi versi 🙂 .
Un saluto di stima e simpatia.
Gero
ubaldoriccobono ha detto:
Controlla, Gero. Ho provveduto alla modifica. Buona domenica.
iNessuno ha detto:
Posso dare una mano per divulgare l’iniziativa?
Buona domenica,
angela
ubaldoriccobono ha detto:
Certo che si può, anzi la finalità degli organizzatori del concorso è proprio quella. Grazie a nome loro. Buona giornata.
glodalessandro ha detto:
Aiuteremo Nicolas!!!
Complimentoni per il blog!
Glò
utente anonimo ha detto:
Grazie Ubaldo e grazie a quanti altri parteciperanno o diffonderanno il bando ma soprattutto il bisogno della raccolta di fondi per il bimbo.
Buona domenica.
Gero
ludmillaParker ha detto:
Caro Ubaldo,
per incurante di anni ho sentito d’estate il volo di quell’elicottero ,incurante di qualsiasi condizione metereologica, andare avanti ed indietro da Agrigento alla mia amata Lampedusa priva di qualsiasi struttura ospedaliera ad esclusione di un pronto soccorso ed in un antico periodo, supportata dalla nave di primo intervento sanitario “paolucci” insufficiente però!
Uno dei notivi dell’abbandono dell’isola in cui ho vissuto anni felici, è stato prorio il fatto che non c’erano strutture sanitarie. I miei genitori, amanti dell’isola, dientavano troppo anziani, e mio padre cardiopatico, a malincuore lasciò Lampedusa.
Conosco il duro lavoro che avete fatto e la garanzia che avete dato a tutti, residenti e turisti, di una pronta assistenza.
Grazie. Grazie!
Yzma ha detto:
solidarietà piena e operante, il tuo è un impegno mosso da generosità , sono iniziative spontanee, dettate dal cuore
un saluto di sera 🙂
Lucciola29 ha detto:
La solidarietà nasce dal cuore, è dono di sè, che fa volare in alto e ci sottrae all’abisso. La vita è una scalata verso le altezze, per questo l’uomo ha sempre voluto volare.
Frate Amelio.
pianofortepiano ha detto:
lodevole questo post, come sempre e forse di più!
un sorriso,
lu
flash6155 ha detto:
Un’ottima iniziativa, Ubaldo! Poi ti chiederò informazioni in privato, temo che la pubblicazione dell’antologia, però non basti, visto l’urgenza dei tempi…
Mi piacerebbe, inoltre, avere maggiori notizie sul servizio dell’Elisoccorso.
Alcuni ragguagli li ho avuti da un commento al tuo post.
Per esempio: quale e quanta parte del territorio riesce a coprire, esattamente, questo servizio?
Dici che “potenzialmente” l’elisuperficie dell’Ospedale San Giovanni di Dio è in grado di servire da base per i soccorsi nelle isole Pelagie (Lampedusa e Linosa), e di fatto?
E’ un servizio di esclusivo volontariato? Dici anche che l’elisuperficie è abilitata per i voli notturni. Si svolgono corsi per la preparazione dei piloti al volo notturno?
Bello tutto il post e i richiami al volo…
Un caro saluto,
Rosalba
dalloway66 ha detto:
Come sempre un post ricco, completo, interessante, ma anche utile.
In merito alla malasanità, purtroppo sarebbero tante le cose da dire, senza nulla togliere a quel nutrito gruppo di persone che crede nella solidarietà e che non si risparmia pur di aiutare chi è in difficoltà. Qui mi fermo perché le mie esperienze in fatto di medici e di ospedali sono tutte pessime e preferisco non aprire discussioni interminabili.
Il volo, è vero ha sempre affascinato l’uomo e tutti credo abbiamo sognato almeno una volta di librarci in volo. Beh, io aspetterò il secondo brevetto di Rosalba e poi mi farò scarrozzare per i cieli…
un bacione e un abbraccio
argeniogiuliana ha detto:
Un post di dimensioni strabilianti per norizie che si snodano sull’eco dell’ultima parola e volano, comunicano, informano, erudiscono. Ho letto la richiesta d’apertura per il bambino. Per intanto a te, tutta la mia stima e ammirazione:-)
raffapiccinni ha detto:
sei veramente una bella persona.
ciao
atima ha detto:
Caro Ubaldo, ti passo anche questo indirizzo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Santos-Dumont
Allora, complimenti per l’iniziativa.
Un abbraccio.Fatima
auradanzante07 ha detto:
Post molto bello “Lo slancio della solidarietà.”
Come si può intervenire se non si vogliono inviare i propri scritti?
Vi è un altro modo per aiutare?
La solidarietà è un dono che deriva dal profondo di sè.
Ci permette di volare in alto…
Ci fa essere al di sopra del mondo come è diventato ora…a parte le eccezioni…
Chi vive veramente, va sempre più in alto.
L’uomo ha sempre sognato di poter volare.
Post il tuo di grande umanità che forse permetterà a Nicolas Carlino di stare bene.
Post in cui si sentono la tua grande cultura ed il tuo amore per la vita.
Grazie.
Speriamo.
Un sorriso che è una carezza per il piccolo Nicolas.
Guarda, Nicolas, che, talvolta, esiste la magia.
Ti abbraccio, piccolino.
Aura
auradanzante07 ha detto:
Ho letto come si può aiutare Nicolas Carlino.
Scusami, ubaldoriccobono, ma non sto molto bene.
Post eccezionale il tuo comunque.
Quanta cultura e quanto amore per la vita sono in te.
Te lo riscrivo.
Si ha bisogno di sentire tutto ciò.
Grazie ancora.
Sorriso
Aura
Gardenia ha detto:
Sei una persona splendida, Ubaldo! sapessi come sono fiera di esserti amica.
Abbraccio grande.
Grazia
P.S.
Ora ne faccio menzione nel mio blog
giuba47 ha detto:
Mi piace sempre tutto quello che scrivi e i tuoi accostamenti sono sempre grandi… Un grazie davvero, Giulia
pianofortepiano ha detto:
pulvigiu ha detto:
Buon fine settimana caro Ubaldo,
leggo sempre con vera passione i tuoi lunghi post.
Ciao da Giuseppe.
Il mio blog ufficiale: http://pulvigiu.myblog.it/
Il mio sito: http://www.pulvigiu.net
iNessuno ha detto:
Ubaldo,
sono passata per augurarti un buon fine settimana.
ciao
angela
Lucciola29 ha detto:
L’uomo ha sempre vinto la paura di volare, anche se le vertigini delle altezze sono filosoficamente molto marcate nella sua coscienza. Però, come disse Cartesio, la vertigine ci fa capire che esistiamo e ci fa avvertire la necessità di non cadere nell’abisso.
Buona giornata.
Frate Amelio
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Glo, a nome degli organizzatori per latua sensibilità. Grato anche per i complimenti.
ubaldoriccobono ha detto:
Ludmilla, la sanità è molto complessa, si confronta con mille realtà. C’è bisogno di molta umiltà, perchè le aziende sanitarie devono “produrre” salute e i meccanismi sono assai delicati. Il pensiero è sempre ai degenti e ai malati, ai quali bisogna dare il massimo, al di là del dovere, con umanità e rispetto, fino allo scrupolo e all’angoscia. Quello che si fa non è mai troppo.
ubaldoriccobono ha detto:
Yzma Solare, troppo buona con me. Un saluto di sabato, che ti vede sicuramente durante uno svago culturale. Buon week end
ubaldoriccobono ha detto:
Ti ringrazio moltissimo per il doppio messaggio, Frate Amelio. Siamo umani e ci dobbiamo spendere per l’umanità, con umanità.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie anche te per il doppio messaggio, Lu. Il decollo è una fase ad alto rischio del volo. Ma una volta decollati, bisogna mantenere le ali spiegate. L’uomo sa che la sua vita è un volo periglioso, sempre, in ogni istante. Il segreto è farlo sempre da angelo.
ubaldoriccobono ha detto:
Rosalba cerco di soddisfare la tua curiosità per quanto posso. L’elisoccorso è un servizio organizzato dalla Regione Sicilia, con sede a Caltanissetta, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Elia. Ovviamente copre l’intera rete regionale. Attualmente le isole Pelague sono servite da Palermo. Peraltro, dal punto di vista sanitario, le due isole fanno parte dall’Azienda Unità Sanitaria Locale di Palermo. L’allora Assessore Regionale alla Sanità promise un elicottero ch estazionasse all’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, ma la promessa non ha avuto seguito, forse per questione di costi. E’ un servizio pubblico a tutti gli effetti, che si serve di professionalità adeguate. Gli impianti di terra del San Giovanni di Dio ha un sistema di collegamento con l’elicottero in volo e permettono un atterraggio sicuro. Ti ringazio del tuo giudizio e della tua sensibilità. Un caro saluto.
ubaldoriccobono ha detto:
Maria, avrai la fortuna, tra qualche tempo, di provare l’ebbrezza del volo “privato”. Ti sentirai davvero un angelo. Gli ospedali sono strutture molto complesse, tuttavia salvano quotidianamente molte vite umane. Ritengo che non vada passato sotto silenzio, malgrado ciascuno di noi possa avere avuto qualche incidentedi percorso. Come tutte le strutturee funzioni complesse, gli ospedali sono migliorabili e vanno attenzionati con adeguati percorsi di qualità. Un bacione e un abbraccio anche a te.
ubaldoriccobono ha detto:
Mille ringraziamenti e un caro saluto, Giuliana, per il passaggio gradito e per gli apprezzamenti molto benevoli.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie molte per la stima, Angela. Anche tu sei una bella persona. Ti saluto caramente.
ubaldoriccobono ha detto:
La stima èreciproca, Raffaella. Tu fai un lavoro impegnativo, a volte rischioso. Ma dimostri coraggio. Buona domenica.
ubaldoriccobono ha detto:
Un abbraccio a te, Fatima e in bocca al lupo per il tuo nuovo blog.
ubaldoriccobono ha detto:
Troppo, troppo buona, Aura. Due messaggi e che parole!. Il volo, in un certo senso, è come la danza. E’ il bisogno dell’uomo di elevarsi, di sentire svincolato dai pesi, in tutti i sensi. E’ una ricerca di bellezza. Tu focalizzi questi concetti importanti. Ho voluto legare la solidarietà, lo slancio della solidarietà, perchè rappresenta la finalità più umana degli esseri viventi, che ci proiettano verso le altezze.
Grazie ancora, una splendida serena domenica.
ubaldoriccobono ha detto:
Un abbraccio grandissimo, Grazia, anch’io sono molto fiero della tua amicizia.
ubaldoriccobono ha detto:
Sono oltremodo contento per il tuo passaggio, Giulia. Immensamente grato.
ubaldoriccobono ha detto:
Anch’io ti seguo sempre, Pulvigiu. Sei di rara sensibilità. Lo dico pubblicamente: i tuoi post vanno sempre letti e meditati. Buon week end, nella tua Verona.
pulvigiu ha detto:
Buona domenica dalla pianura padana.
Ciao da pulvigiu.
Il mio blog ufficiale: http://pulvigiu.myblog.it/
Il mio sito: http://www.pulvigiu.net
aglajaGE ha detto:
Che dire? Gli argomenti che tocchi – e il modo in cui li esponi – danno le vertigini, come un volo altissimo e prezioso.
A.
pulvigiu ha detto:
«Non trovo le parole che vorrei,
oggi i miei pensieri
nel ricordare si fanno lacrime»
Auschwitz, un mio post per non dimenticare
agli orrori del passato.
Ciao da Giuseppe (pulvigiu)
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Aglaja. Le vertigini bisogna vincerle volando. L’uomo non è fatto per volare, ma hasempre amato le altezze.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Pulvigiu.
raffapiccinni ha detto:
Non ho mai scritto poesie…ma comincio a sperimentare…
utente anonimo ha detto:
Che bello, ogni tanto mi piace rileggere i tuoi scritti.
Buona giornata, Ubaldo.