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ARTE E CULTURA
ALLA CASA NATALE DI PIRANDELLO

 Casa Natale di Pirandello oggi

La Casa Natale del Premio Nobel Luigi Pirandello è un contenitore d’arte eccezionale, che si presta moltissimo alla fruizione dei visitatori, inserita com’è in un contesto naturale unico.
Qui mosse i primi passi lo scrittore, come ricorda  nella sua poesia:

 

“Casa romita in mezzo a la natia

campagna, aerea qui, su l’altipiano

d’azzurre argille, a cui sommesso invia

fervor di spume il mare aspro africano,

te sempre vedo, sempre, da lontano,

se penso al punto in cui la vita mia

s’aprì piccola al mondo immenso e vano:

da qui – dico – da qui presi la via.

Da questo sentieruolo tra gli olivi,

di mentastro, di salvie profumato,

m’incamminai pe‘l mondo, ignaro e franco.

E tanto e tanto, o fiorellini schivi

tra l’erma siepe, tanto ho camminato

per ricondurmi a voi, deluso e stanco”

 
Qui Luigi, la sorella Rosolina e il fratello Innocenzo fecero le prime esperienze pittoriche e, a volte, Lina e Luigi gareggiavano. Rosolina amava riprendere il paesaggio del Caos e della marina di Porto Empedocle:

 Casa Natale di Pirandello

                                       Rosolina Pirandello, La casa Natale

La marina di P.Empedocle e il CaosRosolina Pirandello, Marina di P.Empedocle

Luigi Pirandello, non solo si cimentava nella pittura, ma si dilettava anche a disegnare familiari,  amici o personaggi del suo microcosmo che riuscivano ad ispirarne la scrittura, come nel caso di Gaetano Navarra, personaggio di Tano il Monaco nel romanzo I vecchi e i giovani.

 Caricamento dello zolfo

Luigi Pirandello, Caricamento dello zolfo a P.Empedocle

Lo zio Rocco Ricci GramittoPirandello, Foto dello zio Rocco

Luigi Pirandello,  Lo zio Rocco (a destra foto)

Pirandello Innocenzo

Pirandello Innocenzo, foto Luigi Pirandello, Il fratello Innocenzo (a destra foto)

Luigi Pirandello, pittoreLuigi Pirandello, Tano il Monaco e la luna

Aveva un tocco di mano rapido ed essenziale che gli fece eseguire interessanti autoritratti, che per certi versi ricordano quelli di Van Gogh.

 Pirandello autoritratto 1

Pirandello autoritratto 2 Luigi Pirandello, Autoritratti

Il fratello Innocenzo, che dipingeva episodicamente, affrescò una sopraporta, che tuttora si può ammirare all’interno della Casa Natale.

 Casa Natale Pirandello, sovraporta

                                             Innocenzo Pirandello, Affresco sovraporta Casa Natale

La casa Natale si poteva considerare un culto di tutta la famiglia Pirandello, che d’estate vi veniva sempre a soggiornare. Al Caos s’erano conosciuti lo scrittore e la moglie Antonietta Portulano, in un incontro suscitato dalle rispettive famiglie, così come rievoca uno schizzo di Calogero De Castro, il cognato di Pirandello, marito della sorella Rosolina. La carrozza con  Calogero Portulano e la figlia Antonietta era arrivata sullo stradone dove se ne stavano a passeggiare Luigi e il padre Stefano. Il matrimonio, però, si concluse con la pazzia della moglie Antonietta e il suo internamento in una casa di cura romana.

Casa Natale di Luigi Pirandello Calogero De Castro, disegno del Caos


Lo scrittore era legatissimo alla Casa Natale, dove peraltro aveva trascorso la luna di miele con Antonietta, e vi ritornava spesso.

Pirandello alla sua Casa Natale Pirandello alla Casa Natale


Ritorno
 

Ecco la casa antica, ecco il terrazzo,

cassero d’una nave a cui volgeva

prospera allora e lieta la fortuna.

Ero ragazzo,

e di lì m’affacciavo a rimirare,

con una vaga idea

del mondo e della vita, a lungo il mare

e questa dolce luna

che, come allora, un palpito v’accende

d’innumeri faville ed un solingo

grillo ne la scogliera

desta, il cui canto vince il borboglio

continuo di tutta la riviera…

 

Architetto Calogero CarboneL’architetto Calogero Carbone, Direttore della Biblioteca Museo Regionale “Luigi Pirandello”, in collaborazione  con il Centro studi Erato ha organizzato il progetto “Raccontare per immagini – Arte contemporanea nei luoghi di Pirandello”, allo scopo non solo di richiamare la vocazione pittorica di tutta la famiglia Pirandello  – anche Fausto, il figlio di Luigi, fu pittore apprezzatissimo in tutto il mondo e il più valente della famiglia -, ma anche per arricchire la fruizione dei visitatori che vengono da tutte le parti del mondo a visitare la Casa Natale del Premio Nobel. Lo scopo è quello di vivacizzare i luoghi pirandelliani con eventi di spessore, che possano durare tutto l’anno. Il vernissage di questa iniziativa, che sarà realizzata in sei momenti, si è tenuto ieri con la personale di Pasquale Vinciguerra, un artista autodidatta che opera da oltre trent’anni nel campo della pittura e che propone le sue opere più recenti, iniziando un nuovo ciclo pittorico, da lui definito “arte speculare”. Le opere rimarranno in mostra fino al 30 marzo.

 

PASQUALE VINCIGUERRA
DAL SIMULTANEISMO ANALITICO
ALLA PITTURA SPECULARE

Il pittore Pasquale Vinciguerra Pasquale Vinciguerra, nativo di Palma di Montechiaro, ma operante nel capoluogo, con la sua nuova proposta artistica lascia la sua prima esperienza pittorica, designata con il nome di “Simultaneismo Analitico”, per proporre un nuovo ciclo artistico, definito da alcuni critici “equilibri di forme inconsuete”  e dallo stesso autore “arte speculare”. In verità, anche se egli passa dal figurativo al più puro astrattismo, la tendenza al messaggio introspettivo, simbolico e “religioso” non viene meno. L’ordine, anche se dissecato, è pur sempre la sua impronta precipua, un ordine che vuol far meditare attraverso simmetrie, geometrie, distribuzioni volumetriche di forme, con variabilità cromatiche disparate, che però compongono un unicum gradevole come l’opera di un demiurgo. Nella prima fase del Simultaneismo Analitico, Vinciguerra riesce ad esprimere la scomposizione dell’io, evidenziando il lato psicologico della forma estetica. La psicologia del profondo emerge dal rapporto uomo-donna, sorriso-pianto, giovane-vecchio, essere-dover essere, in una dualità, la cui cifra artistica si esprime in una divisione di spazi e di colori nelle figurazioni.

 Modigliani

Pasquale Vinciguerra, Modigliani

Giorgio De chirico

Pasquale Vinciguerra,  De Chirico

Pablo Picasso

Pasquale Vinciguerra,  Pablo Picasso

La Gioconda e Freud

Pasquale Vinciguerra, Freud e Leonardo

Ritratto di Leonardo

Pasquale Vinciguerra,  La Gioconda-Leonardo

C. Koll e A. HopkinsLeonardo e Monet


                       C.Koll-A.Hopkins                                                                        Monet-Leonardo


In questo nuovo modo artistico, Vinciguerra, servendosi di oggetti di consumo o residuati industriali, riproduce forme, che destano ritmi e movimenti inconsueti, ma con tale alternanza spaziale da far percepire una visione concettuale e religiosa, se non metafisica. Un’arte nuova che si arricchisce di temi speculativi e speculari come muto linguaggio di comprensione carismatica tra artista e fruitore.

 Pasquale Vinciguerra

Pasquale VinciguerraPasquale VinciguerraPasquale VinciguerraPasquale VinciguerraPasquale Vinciguerra
AGRIGENTO TERRA DI PITTURA

Sembra causalità, ma la pittura fu un elemento comune ai tre grandi artisti della terra agrigentina: Empedocle, Pirandello e Sciascia.
Empedocle di Agrigento Il filosofo Empedocle, oltre ad essere un grande filosofo, fu un attento osservatore delle technai del mondo greco e della pittura, della quale si servì per immagini poetiche:

 

Come esperto pittore

sa i suoi quadri variar,

da appendere in dono ai numi

alle colonne del tempio

con mano alacre pigliando

ora questo or quel color,

mischiandoli con tale armonia

da ottener immagini simili agli oggetti:

uomini, donne, fiere, piante

e uccelli d’acqua nutriti

oppure i numi di secoli lunghissimi

celebri per gli inni

e di onori eccellenti;

così per certo la mente non s’inganna

se narra che ogni cosa mortale

è fonte soltanto di quegli elementi.

 Cratere di Eracle e Nesso (475-450 a.c.)

Leonardo SciasciaAnche Leonardo Sciascia, al pari di Empedocle e come Pirandello, aveva una visione pittorica. Il caso più eclatante è il romanzo Todo Modo, dove viene descritta la dissoluzione della società moderna rievocando l’opera grandiosa di Théodore Gèricault, La zattera della Medusa.

La Zattera della Medusa Il personaggio, protagonista della vicenda, è un pittore, il quale, stanco esistenzialmente di una pittura ormai ridotta al rango di mestiere commerciale, cerca invano un nuovo modo di essere. L’opera fu ispirata a Sciascia da un secentesco dipinto del senese Rutilio Manetti, Sant’antonio abate tentato da un diavolo con gli occhiali.
Concludendo, quindi, con Kandinskji, la pittura non fa altro che produrre un effetto psichico, dovuto alla vibrazione spirituale, attraverso cui il colore raggiunge l’anima. E gli scrittori, che sono anime sensibili, non possono non essere sedotti dai messaggi della pittura.