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L’ULTIMO GIRO DI LANCETTA
Può un ultimo giro di lancetta cambiare il corso delle cose? Certamente no! Ma restano sempre la speranza e i buoni propositi, come i sogni e i buoni sentimenti, che per fortuna non mancano. La vita è una lotta incessante tra le forze del male e le forze del bene e, anche se il mondo ci appare contrassegnato da una continua “caduta”, la Razionalità e l’Amore sono le forze motrici in grado di affrancare l’umanità.
Concetti vecchi come il mondo, propugnati da quel grande filosofo che fu Empedocle di Akragas: la riscoperta dell’Amicizia contro la furente Lite – la Discordia, l’Odio – è la traccia perenne che può trasformare la faccia della terra. Se il pessimismo dell’intelligenza ci dice che il percorso dell’uomo è ancora in salita, affannoso, problematico, drammatico, l’ottimismo della volontà c’invita a perseverare con abnegazione. San Silvestro appartiene al segno del Capricorno, che simboleggia da sempre la Rigenerazione e l’esigenza di una nuova Legge. L’uomo non ha mai rinunciato a voltare pagina, vivendo il Capodanno con questo spirito d’innovazione; ma continua a farlo assai spesso in maniera convulsa, d’istinto, inconsapevolmente, sborniandosi. Nell’anno che arriva in che misura si aspetta sempre il “nuovo” e ci si vuol liberare dalle scorie precedenti consapevolmente?
LE FIAMME DI SAN SILVESTRO
Su un calendario nuovo
Lance lunghe dell’anno
che ogni volta d’un poco
fate crescere il danno
dentro il mio petto fioco;
ebbro e sparuto fuoco
che a nutrire m’affanno;
perso e riperso giuoco
dove ancora m’inganno;
o giorni, iniquo seme
di morte, oggi vi guardo
dalle mie arci estreme,
ma con riso nemico,
ma con labbro testardo,
che son vivo vi dico.
Questi versi furono scritti da Gesualdo Bufalino su carta da macero con un pennino Perry. Ogni anno, per San Silvestro, lo scrittore fu solito condannare “il superfluo e l’odioso dei suoi cassetti”..
Ma questi versi, come tanti altri, “memorie di una lunga attesa e persuasione di morte all’ombra grave della guerra; e le veloci letizie, le lunghe solitudini, dopo il ritorno nel Sud”, miracolosamente sopravvissuti alle periodiche fiamme di San Silvestro, andarono a costituire l’eccezionale silloge L’amaro fiele, una lunga meditazione sugli anni della vita che scivolano via.
IL TRENO HA FISCHIATO…
Gli anni, la vita possono trascorrere tutti uguali? Può il giro della lancetta sul grande quadrante del tempo scorrere invano? Nella novella Il treno ha fischiato, Belluca, nella sua monotona vita d’ufficio, “entro i limiti angustissimi della sua arida mansione di computista, senz’altra memoria che non fosse di partite aperte, di partite semplici o doppie o di storno…” ha sentito il treno fischiare e s’è ribellato incredibilmente, pur avendo torto, al capo-ufficio, che gli ha rimproverato di non aver combinato niente tutto il giorno e al quale ha spiegato con candore di aver seguito il treno:
“E se sapesse dove sono arrivato! In Siberia… oppure oppure… nelle foreste del Congo… Si fa in un attimo, signor Cavaliere! “
Ma alla reazione imbestialita del Capo, il mansueto computista, che ha sempre subito in silenzio, anche gli scherzi più feroci dei colleghi, reagisce, si ribella, inveisce, ricordando la stramberia del treno che aveva fischiato, fino a venir trascinato a forza all’ospizio dei matti.
Soltanto il vicino che gli ha visto vivere quella sua vita impossibile, sostiene che c’è una spiegazione naturale nel suo gesto di ribellione.
“Aveva con sé tre cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera: queste due, vecchissime, per cataratta; l’altra, la moglie, senza cataratta, cieca fissa; palpebre murate.
Tutt’e tre volevano essere servite. Strillavano dalla mattina alla sera perché nessuno le serviva. Le due figliuole vedove, raccolte in casa dopo la morte dei mariti, l’una con quattro, l’altra con tre figliuoli, non avevano mai né tempo né voglia da badare ad esse; semmai porgevano qualche aiuto alla madre soltanto.
Con lo scarso provento del suo impieguccio di computista poteva Belluca dar da mangiare a tutte quelle bocche? Si procurava altro lavoro per la sera, in casa: carte da ricopiare. E ricopiava tra gli strilli indiavolati di quelle cinque donne e di quei sette ragazzi finchè essi, tutt’e dodici, non trovavan posto nei tre soli letti della casa.”
Magari fossi matto!, dice Belluca al vicino, al quale fornisce la spiegazione.
“Assorto nel continuo tormento di quella sua sciagurata esistenza, assorto tutto il giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro, come una bestia bendata, aggiogata alla stanga d’una nòria o d’un molino, sissignori, s’era dimenticato da anni e anni – ma proprio dimenticato – che il mondo esisteva.”
Ma dopo tanto tempo, nel silenzio profondo della notte aveva sentito il treno fischiare, sottraendolo a tutte quelle sue orribili angustie della vita: gli era parso che gli orecchi gli si fossero sturati, non si sa come, di colpo. Ora poteva sentire il fischio e andare dovunque.
“C’era, ah, c’era, fuori di quella casa orrenda, fuori di tutti i suoi tormenti, c’era il mondo, tanto, tanto mondo lontano, a cui quel treno s’avviava… (…) Sì, sapeva la vita che vi si viveva! La vita che un tempo vi aveva vissuto anche lui! E seguitava, quella vita; aveva sempre seguitato, mentr’egli qua, come una bestia bendata, girava la stanga del molino.”
Quanti “Belluca” ha oggi il mondo, che non vivono, che hanno le orecchie turate e gli occhi bendati, chiusi nel loro mondo, “circoscritti” – come dice Pirandello -, che non sentono il fischio dell’umanità, di un mondo che può vivere, che può cambiare? La reazione di Belluca appare incongrua, dovuta alla frenesia della riscoperta della vita, ad un eccesso di sbornia; ma c’è il fatto positivo: aver sentito il fischio di un treno che è partito. Quanti oggi sentono il fischio della novità dell’anno nuovo che si avvia, di un anno di nuove prospettive, di riscatto e d’affrancazione? L’attualità, l’attualità di Pirandello.
iannoneg ha detto:
Ricambio auguri di buon anno!
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie della visita, Iannoneg. A presto
FIOREDAUTUNNO ha detto:
a volte si viene risucchiati dalla monotona fatica quotidiana, ma ancora più che dalla fatica, dalla mancanza di amore, di affetto, che è il motore principale di ogni nostra azione. quando viene meno la motivazione, si diventa sordi al fischio del treno della vita.
come sempre è un bel leggerti.
ti auguro un felice 2009, che sia come lo desideri.
ubaldoriccobono ha detto:
Condivido perfettamente, Fioredautunno. Grazie di tutto e un belllo e sereno 2009 anche a te.
colfavoredellenebbie ha detto:
Buon anno, di mondo presente e vivo e di progetti capaci di portare lontano.
z.
PierreLouis ha detto:
Alla fine vi è sempre una questione di prospettiva, di punti di vista… Se uno vive bene, più o meno agiatamente, difficilmente sosterrà che nel mondo prevale il male… e viceversa. Tuttavia, male è bene, spesso sono concetti cangianti e, soprattutto, permeabili.Anche l’immagine del diavolo, sulla quale insiste spesso la chiesa, più che portare chiarezza non fa altro che alimentare un’atavica paura castrante, continuando a rendere l’Uomo
dipendente da cause esterne e non ad assumersi le proprie
responsabilità.
La concezione panteistica, per es., cnsidera il bene ed il male come
due diverse manifestazioni di un Unico Principio. Questa è
anche la tesi che sta alla base della “filosofia” orientale e dei filosofi moderni
che si ispirano a Spinoza. Il racconto, invece, è molto attuale. Tuttavia ci sono dei “dhamma”, che devono essere espletati e di lì non si esce… Troppo lungo il discorso per un commento. Grazie ancora.
utente anonimo ha detto:
Mi sorprende, positivamente, l’attualità di Pirandello, di Sciascia, dei greci, dei latini, come la loro forma di pensare possa essere ancora oggi viva, presente.
E tu riesci magistralmente a dimostrarlo.
Rino, augurando un sereno 2009.
giuba47 ha detto:
Buon anno, caro amico e continua a scrivere cose così belle… Giulia
utente anonimo ha detto:
I blog sono tanti fischi del nuovo in partenza, di voci che vogliono esprimersi. A volte c’è un frastuono, ma resta il fatto positivo del segnale, che va raccolto. La società civile non può non prenderne atto. In bocca al lupo per questo Anno Nuovo, che auguro ricco di bei post sempre ispirati.
Un professore a zonzo
xdanisx ha detto:
Un post intelligente e questo tormento di una follia del normale, un quotidiano che strema e , come per difesa, impedisce di scuotersi col fischio.
Bel racconto, bella poesia di G. Bufalino e sempre la tua penna esplicativa.
Buon anno a te e alla tua famiglia.
Un abbraccio.
sabina
Grizabella1 ha detto:
Passo a lasciare ancora tanti auguri 🙂
utente anonimo ha detto:
Mi piace la progressione: l’ultimo giro di lancetta, il calendario nuovo e il fischio della vita. E’ la cultura che deve cambiare il mondo, non possono essere tutti i discorsi alla tv da parte di imbonitori che fingono di predicare bene e razzolano male, strapagati per ripetere frasi fatte e luoghi comuni e roba da gossip, e che s’invitano reciprocamente per riciclare il loro pensiero logoro e inconcludente, autoreferenziale.
Temistocle da Roma
ubaldoriccobono ha detto:
La routine quotidiana e lo stress possono uccidere, non soltanto le pene della vita. Guai a non sentire il “fischio” interiore della vita e a lasciarsi prendere dalla difficile inestricabile quotidianità. Grazie, Fioredautunno, buon 2009 di realizzazioni anche a te. Un caro saluto.
ubaldoriccobono ha detto:
Ti ringrazio, Zena. Bisogna credere nei progetti d’inizio d’anno, senza drammatizzare se non si realizzano in pieno. L’importante è seminare: già ciò costituisce di per sè una grande realizzazione. Sereno 2009.
Fioredicollina ha detto:
ciao, per te il premio Dardos….passa a ritirarlo! Buona giornata! 🙂
BaiLing ha detto:
Io ho smesso di vivere la fine del vecchio Anno e l’inizio del Nuovo in maniera simbolica, con delle aspettative e dei desideri particolari.
Sarò diventata disincantata, ma ormai lo vivo come un giorno uguale a tutti gli altri.
E’ vero che continuo a fare l’elenco dei propositi per l’anno nuovo, ma più per vezzo che con l’intenzione di dare davvero una svolta.
Si può anelare al nuovo e cercare di cambiare qualcosa della propria vita in qualsiasi giorno dell’anno… perché aspettare per forza il 31 dicembre?
Magari fare una lista dei propositi di Pasqua o di Ferragosto non è altrettanto suggestivo, ma ha la stessa valenza a mio parere.
Tanti auguri ed un abbraccio!
Gardenia ha detto:
Ancora auguri di tutto cuore e sempre congratulazioni al mio ipercolto amico, g*
ubaldoriccobono ha detto:
AGLI AMICI E FREQUENTATORI
HO AVUTO IL COMPUTER IN PANNE. CHIEDO TEMPO PER RIMETTERMI IN CARREGGIATA, ANCHE A CAUSA DI MOLTEPLICI IMPEGNI.
atima ha detto:
Caro Ubaldo, come stai?
Ti ho letto sul Rino, complimenti.
Un caro saluto.
Fatima
Grizabella1 ha detto:
Un saluto e una buona settimana 🙂
iNessuno ha detto:
Questo tuo scritto sembra profetico…ma forse sono solo io che ‘soffro’ gli avvenimenti di questi giorni.
Un caro saluto,
angela
Gardenia ha detto:
Abbraccio grande grande.
Grazia*
Yzma ha detto:
ma con riso nemico,
ma con labbro testardo,
che son vivo vi dico.
🙂
(come una bestia bendata, la similitudine è perfetta)
ubaldoriccobono ha detto:
Male e bene, certo Pierluigi sono concetti cangianti e s’intersecano. Non bisogna essere manichei, nè nominalisti. Le parole per spiegare il mondo possono essere tutte fallaci, perchè bisogna chiedersi “esiste una verità obiettiva?”. Già è assai lungo spiegare un percorso che la filosofia, dalla greca alla contemporanea, ha analizzato in 2500 anni e più. Per essere umani, consapevoli della propria umanità, bisogna avere responsabilità – condivido il tuo pensiero – che io chiamo buona fede, coerenza, assenza di settarietà, tolleranza, rispetto, comprensione dell’altro, cultura e conoscenza. Se scaviamo, troviamo tutto in noi. Ma, un po’ tutti, lasciamo per strada questi principi-forza, barcamenandoci nell’oceano dell’esistenza. Grazie per il tuo contributo stimolante e buon 2009.
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie di cuore a:
*Rino
*Giuba
*Un professore a zonzo
*Danis
*Grizabella doppiamente
*Temistocle da Roma
*Fioredicollina
*BaiLing
*Grazia Giordani doppiamente
*Fatima
*Angela
*Yzma
Tutti solerti, cari amici che apprezzo molto e stimo.
LadyOfOranges ha detto:
Nei primi tempi della mia psicoterapia, mi veniva molto parlato di Pirandello e mi era stato chiesto di scrivere qualcosa a riguardo di Sei personaggi in cerca di autore e di Uno, nessuno e centomila.
Non conoscevo ancora Pirandello, però, al di là del “sentito dire”. Non si era ancora raggiunto lo studio delle sue opere nel programma scolastico… Fortunatamente ho trovato in casa una raccolta di novelle e questa qui è stata proprio la prima che mi è capitato di leggere.
Ebbene sì: Il treno ha fischiato!
Quanto vorrei che mi venisse chiesto il significato di queste parole ogni volta che le esclamo in mezzo ad un discorso…!