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ALLA RICERCA
DELLA CAPITALE DELLA SCOZIA
(Parte prima)
Formatasi per orogenesi caledoniana, la Scozia si presenta come un insieme di valli orientate secondo linee di frattura, che furono incise e scavate nell’era quaternaria da enormi ghiacciai.
Zona interessata, milioni di anni fa, da vasti stravolgimenti vulcanici, la Scozia è situata a nord della dorsale dei monti Cheviot che la dividono dall’Inghilterra.
Tra i due blocchi elevati, a nord (Highlands) e a sud (Uplands), s’interpongono al centro i Lowlands, zona ondulata di valli, colline e alture isolate. Il mare penetra la zona centrale profondamente, da est e da ovest, con due insenature strettissime come fiordi, il Firth of Clyde (Glasgow) e il Firth of Forth (Edimburgo).
I MISTERI DI EDIMBURGO
Per i suoi paesaggi, cui la natura conferisce suggestioni a iosa, irripetibili in altri paesi del mondo, la Scozia sembra tagliata a misura per il mistero. Nelle acque di Loch Ness si cela uno dei più grandi misteri del pianeta, l’ormai mitico mostro dell’età preistorica Nessie, che non finisce mai di far discutere, circa la sua esistenza, scienziati e studiosi. Ma non finiscono mai di stupire le tante storie e leggende, tramandate sui castelli scozzesi,ad una delle quali, quella di Macbeth, conferì fama imperitura il genio indiscusso di Shakespeare.
Sembra proprio che la Scozia, e in modo particolare Edimburgo, abbia una vocazione peculiare al mito, alla leggenda, al mistero.
E all’atmosfera misteriosa e nebbiosa di Edimburgo, dov’era nato nel 1850, si ispirò Robert Louis Stevenson (1771-1832) nel concepire il celeberrimo racconto orrifico, alla Poe, Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde.
Agli ambienti ricchi di mistero della città natale di Edimburgo, s’ispirò pure Sir Arthur Conan (1859-1930), il padre del racconto poliziesco “scientifico”, il quale creò uno dei detective più famosi al mondo, Sherlock Holmes. La stessa personalità di Doyle è ammantata dal mistero. Pur avendo creato un investigatore razionale e scientifico ed essendo un medico, egli si dedicò allo spiritismo, scrivendo tra l’altro numerose opere, tra le quali La storia dello spiritualismo. Fu in contatto con maghi e illusionisti, tra i quali il famoso Houdini. Recentissimamente i discendenti del mago Houdini hanno sostenuto che il loro avo sia stato assassinato con l’arsenico. Al delitto, secondo loro, non sarebbero stati estranei componenti del gruppo di spiritualisti di Doyle.
Ad Edimburgo nacque anche Alexander Graham Bell, che nel 1876 brevettò a Boston il telefono, invenzione al centro della misteriosa vicenda giudiziaria,circa la sua paternità, tra lo stesso e il nostro Antonio Meucci, che gli aveva intentato causa. Il fiorentino però perse legalmente, perché la corte ritenne che Meucci avesse inventato soltanto il telefono meccanico, mentre Bell quello elettrico, oggetto del brevetto. Meucci, per mancanza di denaro, non fu in grado di pagarsi il brevetto. Nel giugno del 2002 una risoluzione del Congresso degli Stati Uniti ha accertato che, se Meucci avesse potuto disporre di mezzi finanziari, il brevetto sarebbe toccato a lui, conseguentemente stabilendo che il lavoro e il merito di Meucci devono essere riconosciuti universalmente a tutti gli effetti.
Ad Edimburgo ha fissato la sua residenza la famosa (e ultramilionaria) scrittrice Joanne Kathleen Rowling, creatrice della saga di Harry Potter. All’epoca della sua decisione, la scrittrice era squattrinata e del tutto sconosciuta: pertanto le ha portato fortuna rimanere in una città cosmopolita, respirando l’atmosfera del vicino e misterioso castello della capitale scozzese, nonchè del Royal Mile, "la più larga, lunga, bella strada per edifici e numero di abitanti non solo della Gran Bretagna, ma nel mondo", come affermò lo scrittore londinese Daniel Defoe. Il Royal Mile culmina sontuosamente nel Castello, attorno al quale l’abitato della città è cresciuto a 360° gradi.
Il complesso del magnifico centro storico, unitamente al Castello, ha determinato la dichiarazione di Edimburgo come patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco, scelta giustificata anche alla sua fama di capitale intellettuale, dove fiorì l’industria dell’editoria, conosciuta in tutto il mondo. Lo stesso scrittore scozzese Sir Walter Scott, inventore del romanzo storico – di cui ricordiamo l’esemplare Ivanhoe – fondò una casa editrice, croce e delizia della sua carriera letteraria.
Ma i personaggi nati ad Edimburgo non finiscono qui. Ad Edimburgo, patria anche degli studi scientifici, nacque nello stesso periodo di Hume, James Hutton (1726-1797), il fondatore della geologia, con la sua teoria del plutonismo e dell’attualismo. Sostenne strenuamente, nel suo famoso libro Teoria della terra, l’antichità del pianeta, nato molti milioni di anni fa, contrariamente ad una ristretta interpretazione della Bibbia di poco più di 6.000 anni. Nell’ottocento, altro luminare della scienza, fu il fisico Clerk Maxwell (1831-1879) che riuscì a definire la prima teoria dell’elettromagnetismo.
Anche il cinema deve molto ad Edimburgo, dove è nato il famoso attore Sean Connery, che iniziò la sua carriera in modo singolare, posando nudo presso l’Accademia d’arte edimburghese. E pure di Edimburgo è lo scrittore Irvine Welsh, autore di Trainspotting, dal quale fu ricavato l’omonimo e strano film. Nel romanzo Ecstasy, Welsh accenna inoltre ad un’altra terribile storia dell’Edimburgo vittoriana del primo ottocento: un assai strano commercio di cadaveri, di cui ha scritto la sceneggiatura filmica The meat trade, molto modernizzata. William Burke e William Hare erano due irlandesi sbarcati ad Edimburgo in cerca di fortuna. Si misero a rubare cadaveri, per metterli a disposizione dell’anatomista Robert Knox. E siccome tale commercio era assai redditizio, i cadaveri se li procurarono successivamente essi stessi, ammazzando le loro vittime. Furono scoperti soltanto per una “soffiata” al sedicesimo delitto. Burke fu impiccato, grazie alla testimonianza del compare, il quale ebbe salva la pelle.
L’irrogazione della pena capitale, in epoca storica, ad Edimburgo avveniva pubblicamente su una larga piazza, sulla quale si assiepavano numerosissimi spettatori di tutte le classi. L’ultima impiccagione (1612), cui parteciparono ben 26.000 spettatori, viene ricordata oggi da un pub chiamato “Last drop” (Ultima impiccagione) che si trova nell’omonima piazza.
The Castle
Il Castello di Edimburgo è unico al mondo per la sua posizione strategica e dominante. Svetta al sommo d’una collina vulcanica formatasi 35 milioni di anni fa, nella quale sono stati rinvenuti insediamenti dell’età del bronzo. Praticamente imprendibile, già Tacito ne dà notizia nel “De Agricola” come fortificazione inaccessibile.
La fortezza è intagliata nella roccia viva e nel corso dei secoli questa roccia è divenuta il simbolo della libertà, dal momento che per il suo possesso gli scozzesi hanno combattuto senza tregua contro gli inglesi.
Da sempre il castello è stato al centro di vicende legate alla storia della Scozia e della Gran Bretagna, ora di vendetta, di odio e di follia, ora d’amore e di spensieratezza. Giacomo II, sotto la tutela del cancelliere Crichton, una sorta di Richelieu scozzese, lasciò che vi fosse avvelenato un giovane appartenente alla famiglia Douglas, fedele ai Tudor, durante il celebre “pranzo nero”. Vi soggiornò Cromwell, mentre il principe Carlo Stuart lo contemplò malinconicamente da lontano, nel 1745, perchè la guarnigione aveva rifiutato di riconoscerlo come re.
Nelle stanze del castello nacquero i sogni di Maria Stuarda di diventare regina d’Inghilterra al posto della cugina Elisabetta I. Ma la sua misteriosa vicenda, densa di delitti e di congiure, si concluse sul patibolo, condannata dalla cugina, dubbiosa fino alla fine se firmare la pena di morte. Nel castello era nato il figlio della Stuarda, Giacomo VI di Scozia, che, ironia dellasorte, divenne re d’Inghilterra con il nome di Giacomo I, succedendo ad Elisabetta I.
All’interno del castello due costruzioni importanti: la cappella della regina Margherita, la Margaret’s Chapel, dell’XI secolo, una delle più belle costruzioni della vecchia Edimburgo, un oratorio di stile normanno, con un archetto della più pura ispirazione romanica;
e lo Scottish National War Memorial, con i nomi di tutti i caduti scozzesi nelle due guerre mondiali, uno dei monumenti funebri più suggestivi del mondo.
La Pietra del Destino
Nel Castello sono custoditi i gioielli della corona e la leggendaria Stone of Destiny (la pietra del destino), restituita ad Edimburgo dalla Corona Britannica nel 1996. Al centro di tante leggende, tra le quali quella che la vuole come cuscino di Giacobbe, siccome si narra nella Bibbia, la pietra è definita “parlante”, perché avrebbe indicato fino al 1292 il nome del sovrano da incoronare re di Scozia. Si dice anche che la pietra, dalla Terrasanta, fosse arrivata in Irlanda e, benedetta da San Patrizio, fosse stata usata come luogo per le incoronazioni dei re Irlandesi. Alcune leggende indicano inoltre che fosse l’altare itinerante di San Colombano.
L’ultimo re scozzese, ad essere incoronato sulla pietra, pare che sia stato John Balliol, nel 1292. Edoardo I, nel 1296, la portò a Westminster: vi rimase per 700 anni sotto il trono di legno, e vi furono incoronati tutti i re inglesi.
IL LAGO DELLE STREGHE
Anticamente il castello era circondato da un lago ricavato dalla deviazione di un piccolo fiume. In esso era usanza, nel medioevo, gettare le donne accusate di stregoneria, alle quali venivano legati il pollice destro al piede sinistro e viceversa quello sinistro al piede destro. Se non ritornavano a galla, le donne erano considerate innocenti, ricevendo cristiana sepoltura a spese dell’Erario, mentre alle famiglie erano inviate formali scuse. Se, invece, ritornavano a galla, erano ritenute colpevoli e venivano mandate al rogo. Un modo come un altro per scaricare “al caso” la responsabilità di una morte certa.
IL CODICE DA VINCI E
LA CAPPELLA ROSLIN
Appena fuori Edimburgo c’è la regione dei Lothians, disseminata di castelli, dimore storiche, cappelle. E’ assurta ai fasti della notorietà di tutto il mondo, la cappella Rosslyn (più esattamente Roslin) grazie al best-seller di Dan Brown “Il Codice Da Vinci”, che trova proprio nella cappella il suo epilogo. Fu costruita nel XV secolo dal Conte William di St. Clair, discendente di crociati e di Hugues de Payns, primo Gran Maestro dell’Ordine Templare. Lo schema architettonico del complesso presenta numerosi simboli esoterici e schemi di geometria sacra, che la fanno ritenere la replica del Tempio di Salomone. In due colonne sono scolpite piante sconosciute in Europa prima della scoperta dell’America. Per questo, si dice che la cappella sia il nascondiglio del Graal e Dan Brown abbia fatto terminare proprio in questo luogo la sua ricerca e la storia.
Si ipotizza pure che la melodia misteriosa immaginata dal Codice da Vinci sia contenuta nei 213 cubi della cappella della Chiesa. Certo la fantasia di Dan Brown ha forzato la mano alla realtà. Tuttavia sono tanti gli argomenti che alimentano il mistero.
Ad esempio appare contraddittorio il fatto che Oliver Cromwell, che ebbe caro il culto dei Templari, recatosi personalmente presso la Cappella di Rosslyn durante la guerra civile, lasciasse l’edificio intatto, mentre invece distrusse, pietra su pietra, il vicino castello dei Sinclair.
I simboli esistenti nella Rosslyn Chapel sono centinaia e pochi di essi sono simboli cristiani. Taluni sono perfino islamici. Un mistero che sicuramente continuerà a far parlare e a suscitare molte polemiche.
Nelle vicinanze della Cappella, sorge il Roslin Institute, dove è stato clonato con successo, nel 1996, da una cellula adulta, il primo mammifero, la pecora Dolly. L’esperimento è stato al centro di vivaci discussioni tra scienziati. Nel febbraio 2003 Dolly fu abbattuta perché colpita da infezione polmonare, e dalla stessa data i suoi resti, impagliati, si trovano al Royal Museum di Edimburgo.
Il giorno della memoria
Ad Edimburgo nacque e morì David Hume (1711-1776), il quale nella sua opera fondamentale Trattato sulla natura umana, cercò di ridare con l’applicazione del metodo sperimentale dignità scientifica alla filosofia. Tale metodo scientifico il filosofo l’applicò alla morale, per cui la vera natura umana va ricostruita attraverso le percezioni e il sentimento: “le impressioni che sorgono dalla virtù sono piacevoli, le impressioni che sorgono dal vizio sono penose”. Secondo Hume è necessario trovare il principio fondamentale su cui sono fondate tutte le nostre azioni morali. Fu la “simpatia”: “La simpatia ci fa uscireda noi stessi. E’ essa che, di fronte al carattere di un altro, ci fa provare lo stesso piacere o dolore…” Per Hume in questo processo ricostruttivo da parte della mente i ricordi passati, le radici umane, quel che si è stati, sono fondamentali per alimentare tale “simpatia”. Un valore eccezionale da tenere presente nei giorni attuali nei quali si celebra la “Shoah”. Non bisogna mai dimenticare la nostra umanità, anzi bisogna ravvivarla con il ricordo, perché si aborriscano le atrocità del passato.