TRA SOGNO E REALTA’
Sogno
"Come vorrei sognarti stanotte e gridare il tuo nome nel sonno, così che il segreto venga svelato e io non ti nasconda al mondo! Sei una donna che deve essere svelata! Yair "
(Che tu sia per me il coltello, di David Grossman)
Storia
“Tutta un’impostura. La storia non esiste. Forse che esistono le generazioni di foglie che sono andate via da quell’albero, un autunno appresso all’altro? Esiste l’albero, esistono le sue foglie nuove: poi anche queste foglie se ne andranno; e a un certo punto se ne andrà anche l’albero: in fumo, in cenere. La storia delle foglie, la storia dell’albero. Fesserie! Se ogni foglia scrivesse la sua storia, se quest’albero scrivesse la sua, allora diremmo: eh sì, la storia… Vostro nonno ha scritto la sua storia? E vostro padre? E il mio? E i nostri avoli e trisavoli?… Sono discesi a marcire nella terra né più né meno che come le foglie, senza lasciare storia… C’è ancora l’albero, sì, ci siamo noi come foglie nuove… E ce ne andremo anche noi… L’albero che resterà, se resterà, può anche essere segato ramo a ramo: i re, i vicerè, i papi, i capitani; i grandi, insomma… Facciamone un po’ di fuoco, un po’ di fumo: ad illudere i popoli, le nazioni, l’umanità vivente… La storia! E mio padre? E vostro padre? E il gorgoglio delle loro viscere vuote? E la voce della loro fame? Credete che si sentirà nella storia? Che ci sarà uno storico che avrà orecchio talmente fino da sentirlo?”
(Il Consiglio d’Egitto, di Leonardo Sciascia)
Arte
Monet au pixel
Cosa nascondono
le iridiscenze au pixel
di Monet sulla facciata
della cattedrale di Rouen?
Il sogno.
Sotto, la struttura
resta sempre la stessa.
(Ubaldo Riccobono, tutti i diritti riservati)
utente anonimo ha detto:
Complimenti davvero per la citazione di Sciascia. La storia non esiste per la Sicilia e anche i sogni muoiono all’alba per noi giovani. Vorrei citare la conclusione de “Gli zii di Sicilia”
“…il segretario ne era spiacente, che io andassi a prendere il mio posto in una città, magari in una città vicina… “No” io dissi ” è meglio in una città lontana: fuori della Sicilia, una città che sia grande.” “E perchè?” chiese meravigliato il segretario. “Voglio vedere cose nuove” dissi.”
Profetico! I giovani, gli intellettuali soprattutto, senza speranze continuano ad emigrare. Solo precariato e raccomandazioni esistono.
Giovanni di Racalmuto
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, utente anonimo, Sciascia ha fotografato una realtà evidente. Da quel grande razionalista che era non poteva non prevedere l’evoluzione di una società isolana a senso unico.
Il cambiamento è lontano, lontano…
E la lotta è soltanto per gli interessi personalistici.
babilonia61 ha detto:
Meravigliose le immagini, meravigliose le parole del grande Sciascia.
La storia … la storia …
Felicità
Rino, senza storia
ubaldoriccobono ha detto:
Sto rileggendo Sciascia: è sempre attuale e fa riflettere molto. Grazie, Rino del tuo passaggio. Una buona notte.
flash6155 ha detto:
Le lettere di Yair contengono parole dolcissime, mostrano franchezza più che sfrontatezza, a volte disperazione. I sogni leniscono quest’ultima e abbelliscono la realtà, proprio come le iridescenze di Monet nella Cattedrale di Rouen. Ma la bellezza per rifulgere ha bisogno di una struttura solida che la supporti: una persona nel caso della felicità umana, un supporto fisico nel caso dell’arte di Monet, un albero nel caso delle foglie, gli uomini nel caso della Storia. E la Storia non può essere mai pienamente oggettiva se è rappresentata solo dagli uomini grandi, la Storia umana ha bisogno del supporto di tutti gli uomini, ad ognuno la sua parte. L’arte dello storico dovrebbe comprendere anche gli aspetti umani apparentemente meno rilucenti, in modo da riuscire a trasmettere la bellezza della verità; anche la cruda verità può essere bella se se ne coglie il valore in un dato momento.
Certo, ciò che è materiale è destinato a deteriorarsi, tutto trascorre e tutto si rigenera e la lotta della ragione umana per correggere un mondo corrotto può sembrare vana; ma nel divenire delle generazioni umane, qualcosa resta e i tentativi per migliorare il corso degli eventi viene ricordato e trasmesso a chi viene dopo.
Chi nasce dopo ha diritto di sapere che ci sono stati almeno dei tentativi.
Un bacio, caro Ubaldo,
Rosalba
tullia65 ha detto:
La bellezza, per rifulgere davvero, ha bisogno di una struttura solida. Concordo con Rosalba. Lavorando su di se’ (Ma Yair non sa farlo!), si puo’ raggiungere uno stato dell’essere che assomigli alla bellezza.
Bella la foto, bella l’immagine della cattedrale. Bella l’idea del sogno.
Sogniamo, mia Lesbia, e amiamo (Catullo).
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, Rosalba, i sogni sono tutto e debbono avere una base reale. Nella novella La realtà del sogno, nella commedia Non si sa come etc., Pirandello ha dimostrato, come Cartesio del resto, che il sogno ha la stessa consistenza della vita reale. Anche Shakespeare disse che l’essenza dell’uomo è il sogno. Se non esistessero ancora i sogni e la fantasia e i libri e la scrittura, la vita sarebbe già spenta sulla terra. Dunque, coltiviamo i sogni su strutture solide, come dice Tullia, sulla bellezza, sulla luce. Un bacio a te e un caro saluto.
ubaldoriccobono ha detto:
Sì, Tullia, Yair non sa edificare la bellezza, perchè si ferma nel suo percorso, dubita. Abbagliato dalla luce di Myriam, dalla sua bellezza, dalla sua anima, si spaura e si ritrae in sè stesso, non si fonde con lei. Ed invece bisogna sognare e amare, correndo anche i rischi dell’amore. Come Lesbia e Catullo.
Un bacio e un abbraccio, Tullia.
flash6155 ha detto:
Tullia, Ubaldo, certo sono belli i sogni, soprattutto nella prima fase dell’amore, l’innamoramento. Però, se si sogna troppo, si corre il rischio di idealizzare l’altro, sottovalutando le sue reali esigenze.
Tullia, Catullo fa davvero sognare in alcune sue intensissime poesie su Lesbia, ma è piuttosto concreto, invita direttamente a vivere e ad amare nel carme V da te citato precedentemente, non a sognare:” Vivamus, mea Lesbia, atque amemus”. E la sua percezione del mondo reale che lo circonda si evince anche nei versi successivi, quando chiede alla sua amata di non tener conto delle critiche maligne. Non vive in un mondo fantastico, ma conosce molto bene quali sono i risvolti e le conseguenze dell’essersi innamorato di una donna, dietro il cui pseudonimo di Lesbia si cela la moglie del famoso console Q. Metello Celere, sorella di un altro personaggio noto, P. Clodio Pulcro. Eppure, nonostante le difficoltà, Catullo vive questo amore, perché la vita è breve e dopo questa bisognerà trascorrere “un’unica perpetua notte”. Anche nei carmi che descrivono con toccanti parole gli sviluppi successivi del suo amore per Lesbia, ormai trasformato (però Catullo non smetterà di amarla), mostra sempre piena coscienza della realtà, anzi, questa coscienza cresce.
Chiedo scusa per la mia scrittura chilometrica che divaga anche dal post principale. La prossima volta cercherò di fare la brava bambina, scriverò poco, ma non posso giurarlo.
Un saluto ad entrambi,
Rosalba.
ubaldoriccobono ha detto:
Cara Rosalba, il sogno è in noi, diceva Carl Gustav Jung, citando una frase latina, se non vado errato di Sant’Agostino (ma la memoria mi potrebbe ingannare):”Noli foras ire, in te redi, in interiore homine habitat veritas.”
“La nostra coscienza non crea se stessa, ma sgorga da una ignota profondità. Essa si desta a poco a poco nel bambino, e da uno stato inconscio si desta ogni mattina dall’abisso del sogno. E’ come un bambino che nasce quotidianamente dal grembo materno dell’inconscio”
Per Jung il sogno è l’archetipo dell’uomo e, quindi, implica in vita il viaggio e la ricerca costanti dell’uomo e gli incontri, perchè esso possa trovare la concretezza:”Le rappresentazioni non vengono ereditate – dice Jung – ma solo le forme, che a tal riguardo corrispondono esattamente agli istinti, anch’essi determinati formalmente. L’esistenza degli istinti non può essere provata, così come quella degli archetipi in sè, fino a che non si manifestino in concreto” “L’uomo ha sempre portato in sè l’immagine della donna, non l’immagine di una determinata donna, ma di un determinato tipo di donna (…) Ciò vale anche per la donna: anch’essa ha un’immagine innata dell’uomo” “L’anima è l’archetipo della vita… La vita vive in lui (l’uomo) attraverso l’anima”…
“L’anima reca dunque nell’uomo il contrassegno femminile, nella donna quello maschile. L’anima dell’uomo cerca di congiungere e di unire, l’animus della donna vuole distinguere e analizzare… La vera vita, in cui è anche vittima, viene alla donna attraverso l’intelletto, che in lei è impersonato nell’animus”
“Immagini e collegamenti tipici vengono denominati rappresentazioni archetipiche. Quanto più distinte sono, tanto più hanno la proprietà di essere accompagnate da toni affettivi particolarmente intensi… Esse ci impressionano, influenzano, affascinano”
Guai, quindi, a farli morire. Aveva ragione, quindi, Catullo, comunque sia. Un caro saluto, Rosalba
xdanisx ha detto:
Molta arte, visiva e letteraria, ed un riferimento alla Storia , da riflessione profonda. Mi trovo con un collegamento di fortuna. Aspetto di gustare i commenti e le tue articolate risposta. Il tuo blog, non è da saluto veloce. E’ uno scrigno da aprire con il piacere di cose di grande senso, anche estetico, arricchito dalla tua straordinaria cultura, GRAZIE. Vorrei salutare la comune amica Tullia. Posso? a presto. danis
ubaldoriccobono ha detto:
L’occhio vuole la sua parte, Danis. Viviamo nell’era dell’immagine che condiziona forse l’intera nostra esistenza. Le belle immagini sono molto eloquenti ed esprimono più sinteticamente le emozioni racchiuse in racconti più o meno lunghi e a volte con più efficacia. E’ una tecnica che sto sperimentando, grazie a tutti voi, che quotidianamente me ne date l’esempio: creare una miscela di diversi ingredienti che catturano l’interesse del fruitore. Ti ringrazio dei tuoi apprezzamenti. Tullia sicuramente gradirà il tuo saluto, ma per ora non può ringraziarti, perchè, come tu sai, è in viaggio.
Un abbraccio e una buona notte.
atima ha detto:
pulvigiu ha detto:
Sempre belli i tuoi post.
Un passaggio per salutone estivo ^__^
Ciao da Giuseppe.
Il mio blog ufficiale: http://pulvigiu.myblog.it/
Il mio sito: http://www.pulvigiu.net
colfavoredellenebbie ha detto:
(…e se i sogni fossero le nostre foglie, o iridescenze svegliate dalla luce e dalla bellezza, sulla struttura-tronco della realtà?)
un saluto e un grazie: questo è un percorso per occhi e per anima.
z.
flash6155 ha detto:
Caro Ubaldo, la tua memoria è buona, quando hai parlato di Carl Gustav Jung, hai dimenticato solo “ipsum” nella frase di Sant’Agostino (…in te ipsum…) e, in ogni caso, il significato si comprende benissimo e richiama il concetto greco e socratico del “Conosci te stesso”. Solo che Sant’Agostino va oltre e subito dopo aver detto l’espressione che tu hai riportato prosegue: “Et si tuam naturam mutabilem inveneris, trascende et te ipsum. Illuc ergo tende, unde ipsum lumen rationis accenditur”. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera rel. 39, 72).
Si potrebbe discutere a lungo di filosofia, chiedendoci se le idee provengano esclusivamente dai sensi o se esista una virtus activa dell’intelletto, cui di deve un’astrazione universalizzatrice, si potrebbero citare diverse teorie che chiariscono l’irriducibilità dell’intelletto ai sensi. Si potrebbe evocare il Rosmini che, per determinare l’apriorità dell’idea dell’essere, partendo da una frase di San Tommaso (“Nell’intelletto non vi è nulla che non sia stato prima nei sensi”, Quaest. Disp de veritate, 2, 3, 19), già rielaborata da Leibniz, arriva a dire che nell’intelletto non vi è nulla che non sia stato prima nei sensi “se non l’intelletto stesso, sua luce”.
Potremmo discutere a lungo anche di psicologia, parlare di archetipi, dell’Animus della donna e dell’Anima dell’uomo e sarebbe sicuramente molto interessante vedere tutte le varie sfumature che portano l’autocoscienza a rapportarsi con ciò che è esterno a noi.
Credo, però, che sia più semplice dire che noi abbiamo bisogno di sognare perché spesso, nel sogno, vediamo realizzato ciò che la nostra mente spera.
Riguardo Catullo: hai ragione, conviene seguire il suo consiglio; d’altra parte, le illusioni in lui subentrano negli spazi della realtà lasciati vuoti da Lesbia e li completano quando lei è lontana.
E la Storia? Che cosa agita gli uomini e li spinge a cambiare le cose? Lo storico ricerca le cause, analizza i documenti, riporta i fatti. Gli uomini sono la struttura della Storia. Ma cosa porta gli uomini ad agire per una causa che ritengono giusta? Gli ideali? E gli ideali sono sogni? Speranze realizzabili?
Perché la Sicilia non ha una Storia? Perché nel tuo blog leggo che i giovani, intellettuali soprattutto, continuano ad emigrare, che esistono solo raccomandazioni?
Cosa è fragile o manca, o cosa non è abbastanza forte? Gli ideali? La struttura?
L’impossibilità di bloccare il male non è meno scandalosa del male stesso.
Un bacio,
Rosalba
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Rosalba, ogni tuo commento è un arricchimento. Il sogno, si sa, è ol propellente che ci fa vivere: chiamali ideali, chiamali come vuoi, se un uomo o un popolo non ha sogni, non ha futuro. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Poeti, scrittori, filosofi ne hanno parlato lungamente. Mi soffermo sulla storia. Parlo dei miei tre amici. Cominciamo da Empedocle, il quale fu un grande democratico e fustigò il potere di Akragas, tanto da pagare con l’esilio. A Empedocle fu offerto il supremo comando della città, ma rinunciò al titolo di basileus e insediò un governo di mille (mille, capisci). Ma ciò non bastò perchè non vi fosse una normalizzazione e tutto tornasse come prima. Perchè in Sicilia nulla cambia e la storia si ripete? Rispondo con Pirandello. La storia è diallelos, circolo vizioso, la storia è il giuoco delle parti. E poi Sciascia aggiunge che il potere si ricicla e prevarica, sempre. Ma non è soltanto la Storia della Sicilia, è la storia del Sud, di tutti i Sud del mondo. E a pagare sono sempre i poveri, i diseredati. Forse che la gente non ha sogni? Il sogno della povera gente può essere un tozzo di pane, un posto di lavoro, trovare la dignità di vivere. E nel nostro paese la forbice tra le due Italie si allarga sempre più: i poveri sempre più poveri e i ricchi più ricchi. Ma anche nell’opulento Nord c’è gente che vive ai margini, in ghetti, emarginata socialmente. Quale Storia dunque? E lo storico quale storia legge? Riusciremo a cambiare, a trasformare realmente questo gioco selvaggio e potente che ci sovrasta? Ma tutto parte anche dalla filosofia occidentale ormai moribonda, e quando sarà morta la filosofia, che sostiene i sogni, tutto rimarrà scienza, tecnica, strumentale al mercato, agli interessi materiali e al potere dei potenti, che ci compreranno anche l’anima. Impedirlo? Come? Sta tutto lì il dilemma cornuto. I fascismi, le dittature, esistono in modo strisciante e il Grande Fratello ci vede e ci governa. Nelle nazioni sottosviluppate saranno in grado di ribellarsi, perchè sono al limite della sopravvivenza. Ma nelle società ricche che ti lasciano l’illusione che è una cosa buona avere la pancia piena (o quasi) e istupidirti davanti alla TV, sarà possibile? Ci vuole riscoprire i veri valori dell’uomo, coltivarli,che diventino prassi di governanti e governati. Ma questi tempi appaiono lontani, anche se bisogna perseverare, mai abdicare, sempre mantenere l’ottimismo della volontà. Un abbraccio
ubaldoriccobono ha detto:
Grazie, Pulvigiu. Il tuo passaggio mi mancava ed è stato ancora più gradito.
ubaldoriccobono ha detto:
Sei sempre deliziosa, Fatima, la gentilezza fatta persona; le tue rose meravigliose. Buonanotte.
ubaldoriccobono ha detto:
Il tuo pensiero delicato e fresco d’ottimismo, Zena, accende la fiamma della speranza in una società e in uomini migliori: non si tratta, in fondo, di un sogno? Dobbiamo continuare a sognare e agire. Un carissimo saluto e un grazie a te.
ElisabettaC ha detto:
Vuoi forse dire che nasconde la stella di Davide?
Io questa vedo.
Interessante lettura, se così fosse.
Baci
Uto